Sabato 20 Aprile 2024

Russi contro gli inglesi "Accuse e minacce? Londra ha un ruolo chiave È la nemica di sempre"

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di Marta

Ottaviani

Una rivalità che parte da lontano, unita alla necessità di colpire quello che per Mosca al momento è l’anello più debole della catena. Quel che è certo è che adesso la Gran Bretagna è nel mirino della Russia e se questo succede è perché Londra sta ricoprendo un ruolo chiave nella guerra del Cremlino contro l’Ucraina. Dario Fabbri, direttore del mensile Domino ha evidenziato quale sia l’apporto del Regno Unito e perché l’attacco di Mosca sia rivolto soprattutto oltre la Manica.

Dario Fabbri, in pochi giorni sono arrivati due messaggi importanti. La Russia dopo aver accusato la Gran Bretagna di aver partecipato all’attacco della Crimea nel fine settimana, adesso rilancia, affermando che ci sarebbe Londra anche dietro il sabotaggio del Nord Stream. Come mai, secondo lei?

"Per prima cosa, dobbiamo sottolineare un dato storico importante. Il Regno Unito è da sempre, a parte alcune parentesi, il nemico numero uno della Russia in epoca zarista prima e sovietica poi. In secondo luogo, la Gran Bretagna è molto più facile da attaccare rispetto agli Stati Uniti. Soprattutto in questa fase. Mosca ritiene che si debba comunque scagliare contro uno dei Paesi del blocco occidentale che sta aiutando Kiev. Nei mesi scorsi non sono mancate accuse pesanti nemmeno contro Washington, ma in queste settimane, sempre da parte statunitense sono arrivate fughe di notizie per le quali l’amministrazione Usa ha ritenuto l’Ucraina responsabile dell’assassinio di Darija Dugina e dell’attacco al ponte di Kerch. Dichiarazioni anonime, ma che arrivano in un momento in cui fra americani e russi c’è un dialogo diplomatico che non c’è con gli inglesi. Per questo Mosca preferisce puntare il dito contro Londra, che poi è anche di uno dei Paesi che fin dall’inizio si è schierato con più forza a fianco dell’Ucraina".

Quale è stato fino a questo momento il ruolo del Regno Unito nel conflitto?

"La Gran Bretagna ha un ruolo chiave. Oltre alla consegna di armamenti, c’è il sostegno per quanto riguarda l’intelligence militare, ci sono gli addestratori, sia sul suolo ucraino sia in giro per il continente, all’interno delle basi Nato. Non va poi dimenticata la potenza diplomatica di Londra, che avrà le sue difficoltà, ma rimane sempre un membro permanente del Consiglio di Sicurezza dell’Onu".

Perché così tanto slancio per la causa ucraina?

"Essenzialmente per tre motivi. Il primo è l’ostilità a tutto ciò che rappresenta l’espansionismo russo sul territorio, che va sempre a toccare la strategia inglese. Il secondo, in una fase di oggettiva difficoltà, la necessità di stare attaccati agli americani. Il terzo è che da quando è fuori dall’Unione Europea, il Regno Unito vuole ergersi a Paese di riferimento per polacchi e baltici per fare anche da contraltare alla Germania".

Pensa che questi attacchi possano rappresentare anche un messaggio per il nuovo primo ministro, Rishi Sunak, che si è insediato da pochi giorni, per vedere se magari possa ammorbidire le sue posizioni?

"Ci può essere anche questo elemento, nel momento in cui Sunak si prende un Paese in grande difficoltà, fuori dall’Unione Europea e che gioca le proprie partite da solo. Ci sta che i russi pensino che Londra al momento sia particolarmente vulnerabile e che, anche a causa delle difficoltà economiche che sta attraversando il Paese, con una pressione più forte possano pensare di diminuire il loro impegno in Ucraina. Rimango però dell’avviso che molto sia l’atteggiamento ostile che la Russia ha storicamente nei confronti del Regno Unito".