Rughe, capelli bianchi e acciacchi Col Covid siamo invecchiati prima

Uno studio americano: alcuni pazienti anche dopo la guarigione continuano ad avere stress infiammatori. Otto persone su dieci lottano ancora contro il virus anche dopo mesi: e forse non lo sanno

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di Alessandro Malpelo

Invecchiamento precoce, l’ultima beffa del Coronavirus. Di punto in bianco ecco spuntare le rughe e i capelli grigi, dolori alle ossa e confusione in testa. Scende l’indice di contagiosità, ma gli strascichi del lockdown si fanno sentire. Un editoriale sul New York Times parla apertamente di burnout da pandemia, un cedimento fisico marcato. Nei giovani si riscontra più di frequente apatia e perdita di interessi, qualcosa di più del semplice long-Covid. Anche in Italia si analizza il fenomeno: oggi ne parlano i microbiologi clinici riuniti a congresso con la loro associazione, Amcli, a Rimini. Vari atenei in Italia indagano i report, da angolature diverse.

I SEGNALI DA NON SOTTOVALUTARE

L’Università dell’Insubria, a Varese, ha valutato i livelli di biomarcatori nei convalescenti. "Le nostre analisi - ha dichiarato Francesco Gianfagna, professore associato di igiene e medicina preventiva - mostrano che dopo la risoluzione dell’infezione virale possono restare in atto dei processi infiammatori, anche in assenza di sintomi. Questa flogosi non risolta sembra incrementare la risposta anticorpale". Ricercatori dell’Ospedale San Raffaele di Milano, avvalendosi della risonanza magnetica nucleare, hanno confermato il legame tra elevati livelli di infiammazione durante il Covid-19 e l’emergere, a mesi di distanza, di sintomi e alterazioni tipiche del disturbo da stress post-traumatico.

Una terza citazione riguarda il binomio Covid e Aids. Sono malattie molto diverse, ma secondo gli infettivologi i virus che le provocano hanno in comune un comportamento poco simpatico: imprimono un’accelerazione ai processi di invecchiamento. "L’Hiv – ha scritto Giovanni Guaraldi, infettivologo e docente all’Università di Modena e Reggio Emilia – è un modello raffinato di accelerazione del fenomeno dell’invecchiamento e tra gli effetti della pandemia abbiamo osservato anche il Post Acute Covid Syndrome (Pacs), anche questo un fenomeno di invecchiamento della persona, come si evince dal riscontro empirico in molti pazienti che dopo il Covid si sentono cambiati. Hiv e Pacs sono uniti da questo meccanismo di accelerazione che porta alla fragilità".

I VACCINI RIDUCONO

L’IMPATTO

Vaccinarsi contro il Covid può aiutare chi soffre delle conseguenze a lungo termine come stanchezza, emicrania, difficoltà respiratorie o dolori muscolari. La vaccinazione, infatti, ha ridotto l’impatto su questa sintomatologia, come si evince da uno studio pubblicato su Research Square di Nature. Otto persone su 10, secondo le statistiche, continuano a lottare contro il virus anche a distanza di mesi, e forse non lo sanno.