Rovereto (Trento), 6 agosto 2023 - Iris Setti, 61 anni, è stata uccisa a botte in un parco di Rovereto sabato sera da un senza fissa dimora di origine nigeriana con precedenti. Qualcosa non ha funzionato? Se lo chiede il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, che ha chiesto accertamenti. E se lo chiede il sindaco Francesco Valduga. Le indagini dovranno rispondere anche a questa domanda. Ecco tre punti oscuri di un delitto che ha sconvolto la città della pace.
1. Assassino e vittima si conoscevano?
Iris Setti e il suo assassino si conoscevano? Oppure la donna si è trovata nel posto sbagliato nel momento sbagliato? La 61enne è morta sotto i colpi del nigeriano, sferrati con una violenza inaudita. La scena è avvenuta sotto gli occhi atterriti e impotenti di testimoni che dai balconi vicini hanno sentito le grida e hanno visto l’assassino a cavalcioni sulla vittima. Ha continuato a colpirla anche quando la donna non sembrava più cosciente. Infierendo su di lei anche con un sasso.
2. L’assassino voleva violentare la vittima?
L’assassino voleva violentare la vittima? Altro tema d’indagine. Prima di scappare il nigeriano ha sfilato alla vittima un anello, che è stato poi ritrovato dai carabinieri. Nel suo passato c’è un precedente, nel 2022 in un luogo poco lontano dal parco della morte il senza fissa dimora aveva minacciato alcune persone con una bottiglia rotta, quindi aveva aggredito un ciclista di passaggio e si era scagliato contro i carabinieri. Oggi, da quel che risulta al momento, aveva l’obbligo di firma e si presentava ogni giorno dai carabinieri.
3. Qualcosa non ha funzionato?
E questo porta direttamente alla terza domanda: qualcosa non ha funzionato. Se lo chiede il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Che in una nota mette in fila: “Il barbaro omicidio della donna a Rovereto è un fatto gravissimo, ho richiesto al capo della polizia di disporre ogni necessario approfondimento, una dettagliata ricostruzione della vicenda anche per capire se c’è stato qualcosa che non ha funzionato”.
Il sindaco di Rovereto, Francesco Valduga, si domanda le stesse cose. “Ho chiesto la convocazione del comitato di controllo e sicurezza – chiarisce il primo cittadino al telefono -. Questo è il tempo del dolore ma anche delle domande. L’aggressore aveva già dato in escandescenze l’anno scorso, di giorno, in una vita trafficata, aggredendo carabinieri e polizia locale. Come siamo arrivati al delitto? Voglio capire”.