Martedì 23 Aprile 2024

Roma senza tregua, un altro rogo Allarme diossina: livelli cancerogeni

Nuovo incendio nella zona del Consiglio regionale. Inquinanti 35 volte più alti dei limiti stabiliti dall’Oms. Emergenza rifiuti, riaperta la discarica di Albano. Ma i sindaci dell’hinterland protestano: nessuno ci ha avvertiti

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di Alessandro Farruggia

Spente le fiamme, restano le proteste e le polemiche. Roma mette una pezza all’emergenza rifiuti ottenendo dal prefetto la riapertura della discarica di Albano (secondo il sindaco Pd della città dei Castelli senza neppure avvertirlo) e, dopo che gli ’sfasciacarrozze’ in mattinata avevano bloccato il traffico sulla Casilina, promette solennemente che affronterà il tema dello spostamento degli autodemolitori dalla città alle aree oltre il Gra (tema che incredibilmente si trascina dal 1997). Ma le resistenze, specie sui rifiuti, sono potenti. Ieri sera nuovo incendio nella zona della Pisana, dove ha sede il Consiglio regionale del Lazio. Doloso? Chissà. Particolare inquietante, proprio ieri il consiglio la licenziato la legge che riorganizza il sistema di gestione dei rifuti del Lazio. Magari a qualcuno non è piaciuto ed è scattato il rogo.

Sugli autidemolitori si tenta uno scatto. "Sono 20 anni che bisognava spostarli – dice l’assessore ai Rifiuti, Sabrina Alfonsi –. Quel che è successo sabato ci impone di ridefinire immediatamente le nostre agende di lavoro. D’accordo con gli assessori Lombardi e Valeriani della Regione Lazio, venerdì ci siederemo attorno a un tavolo per trovare una soluzione". Gli autodemolitori da spostare sono una ottantina, la metà lungo la Togliatti, teatro dell’ultimo rogo. Si vedrà se e in quanto tempo un’eventuale delocalizzazione sarà operativa: anni, probabilmente.

Di certo l’ultimo rogo ha avuto effetti pesanti, non solo sulla dignità della capitale d’Italia, ma anche sull’ambiente. I campionatori dell’Arpa installati nella zona hanno infatti rilevato quantità di diossina nell’aria oltre i limiti. E sono valori altissimi, ben 35 volte il limite stabilito dall’Oms: 10.6 ngm3 contro un limite di 0,2. In serata il sindaco Gualtieri ha disposto il lavaggio delle strade della zona. Da notare che la procura di Roma indagherà non solo sugli incendi, ma anche sulla gestione del verde pubblico e sul mancato recupero dei rifiuti abbandonati.

"Io non mi faccio intimidire – dice il sindaco Roberto Gualtieri –. La città deve cambiare e avrà tutti gli impianti che servono per smaltire i suoi rifiuti e risolvere questioni ferme da anni. Noi faremo il termovalorizzatore perché siamo convinti e determinati. E la stragrande maggioranza dei romani è d’accordo".

Il problema, come sempre a Roma, è il quando e il costante remare contro di comitati vari (ieri i ’no termovalorizzatore’ hanno contestato l’assessore Alfonsi) e di chi non vuole che la gestione rifiuti diventi normale, riducendo gli extraprofitti causati dal caos. Una minaccia, quella della fine dell’emergenza, che arma i piromani. Affinché tutto bruci e nulla cambi.