Martedì 16 Aprile 2024

"Roma invasa dai rifiuti, una giungla" Il vescovo non assolve il sindaco

In vista del Giubileo del 2025, duro attacco dell’ausiliare Benoni: i romani costretti alla sopravvivenza quotidiana. Nei giorni scorsi anche l’appello di oltre cento vip all’Unesco. E alla giunta chiedono "uno scatto di dignità"

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di Elena G. Polidori

L’ultimo è stato il fuoco. Ma prima erano i cinghiali, i gabbiani assiepati su cumuli di monnezza, le pantegane, e quel Tevere mai dragato che ora, in secca per la siccità, puzza come una fogna e fa emergere relitti di ogni genere. Roma Capitale è al collasso. Anzi, rischia di diventare "una giugla urbana", se già non lo è. A dirlo non è il solito grillino orfano di Virginia Raggi: è il Vaticano. Con un siluro lanciato, alzo zero, dritto sul Campidoglio da monsignor Benoni Ambarus, don Ben, vescovo ausiliare della città. Il presule, in un’intervista, parla di "corso di sopravvivenza quotidiana" dei cittadini e chiede alla politica "uno scatto di dignità".

E alla giunta guidata dal sindaco Pd Roberto Gualtieri, lancia l’appello: "La situazione richiederebbe da parte delle istituzioni il fare delle scelte che sappiano di futuro, non di tornata elettorale" e chiede anche ai cittadini di "non cadere nel degrado umano". Non solo. Don Ben parla anche della gestione politica della Capitale: "Con i veti incrociati mi sembra che cadiamo nel provincialismo e questo non è tollerabile per la politica", ma poi assolve i romani che "nonostante il traffico, le lunghe file, il caos, riescono ad arrivare alla fine della settimana senza aver scapocciato troppo".

Insomma, una vera e propria sconfessione del lavoro della giunta Gualtieri proprio mentre il sindaco si trovava a Parigi in visita al termovalorizzatore della città, la cui realizzazione nella Capitale è oggetto di divisione – quasi fino a provocare una crisi – tra Draghi e il M5s. Ma il Vaticano non guarda alle beghe di queste ore e si unisce al coro delle oltre cento personalità (da Rita Paris a Paolo Berdini, Oreste Rutigliano, Paolo Brogi e altri) che nei giorni scorsi hanno scritto al direttore del World Heritage Unesco, Lazare, per segnalargli lo stato di degrado in cui versa la città e a cui si sono uniti anche Alessandro Gassman e Claudia Gerini, Rita Dalla Chiesa, Tiberio Timperi.

Insomma, quella del Vaticano arriva come ultima esortazione a Gualtieri, una sorta di "datti da fare", frase cara a papa Francesco. D’altra parte, tra meno di due anni scatta il Giubileo del 2025 e la Santa Sede "vivrebbe con grande rammarico" una città dominata da cassonetti stracolmi, puzza, topi, buche, inospitale e difficile per chi ci vive e chi ci viene. Don Ben, spietato, ha parlato anche di "degrado umano", di "corrosione del livello umano e delle relazioni, della capacità di rendersi conto dell’altro che si vede declinato nel degrado ambientale, in quello relativo al rispetto dei beni comuni, all’assumersi le proprie responsabilità". Certo, non è un invito a cercare scorciatoie decisioniste, ma a fare politica mostrando progetti, visione, senso di realtà, anche attraverso la costruzione di nuove opere, dal nuovo stadio della Roma al termivalorizzatore della discordia.