Giovedì 25 Aprile 2024

Roma, accoltella vigilante e si uccide nel tunnel della metro B

Il giovane ha colpito ripetutamente la guardia con un coltello, poi gli ha strappato la pistola che ha utilizzato per togliersi la vita

La polizia scientifica effettua i rilievi alla stazione Tiburtina (Ansa)

La polizia scientifica effettua i rilievi alla stazione Tiburtina (Ansa)

Roma, 26 settembre 2019 - Un ragazzo nordafricano ha accoltellato ripetutamente al collo un vigilante; poi gli ha strappato la pistola d'ordinanza e si è suicidato nel tunnel della metro B Tiburtina, periferia della Capitale. A chiamare le forze dell'ordine è stato un passante. "Un ragazzo si è tolto la vita nel sottotunnel della metro. Ha ancora la pistola in mano" sono state le parole dell'uomo al 112. Il dramma è avvenuto alle 17.19, in una zona frequentata da altre persone e dove sono presenti telecamere, ed è dunque ipotizzabile che ci saranno testimoni e immagini del momento dell'accoltellamento e del successivo suicidio. Paura tra le persone che in quel momento si trovavano in stazione. "Passavo nel tunnel che collega la metro alla stazione quando ho sentito un colpo - ha raccontato un testimone - Poi ho visto un uomo di colore a terra sporco di sangue e una guardia giurata ferita".

La polizia scientifica delimita la zona (Ansa)
La polizia scientifica delimita la zona (Ansa)

Il vigilante è stato soccorso e trasportato al policlinico Umberto I in codice rosso. Si tratta di un 55enne impiegato in servizi per le Ferrovie dello Stato che, stando alle prime informazioni, verserebbe in gravi condizioni. Al momento la metro funziona regolarmente, mentre è chiuso il tunnel lato via Lorenzo il Magnifico. Ancora ignote le motivazioni sia dell'accoltellamento che del successivo suicidio da parte del giovane, la cui identità è anch'essa al momento sconosciuta. 

L'arrivo della polizia scientifica (Ansa)
L'arrivo della polizia scientifica (Ansa)

"Servizi come quello che stava svolgendo oggi il collega alla stazione della metro B Tiburtina dovrebbero essere svolti da guardie che abbiano uno specifico addestramento e protezioni. Quando è stato aggredito si trovava solo. Il servizio era stato disposto così? La Questura, che deve approvare i servizi, sapeva che il collega si trovava da solo a svolgere servizio? E la Polizia Ferroviaria, che questi servizi li sovrintende, era al corrente delle modalità del servizio? Dovrebbero essere almeno in due gli operatori impegnati in queste situazioni, similmente a quanto avviene per le forze di polizia in ambito ferroviario". Così, in una nota, Vincenzo Del Vicario, segretario nazionale del Savip, sindacato autonomo vigilanza privata. "Delle guardie giurate sembra non curarsi nessuno - conclude - né la Questura di Roma né il Ministero dell'Interno. Esistono, dunque, responsabilità dei delinquenti ma esistono anche quelle di chi, in condizioni di rischio, lascia che ci si mandi allo sbaraglio".

Attesa nelle prossime ore a piazzale Clodio un'informativa della Digos in relazione ai fatti. Al momento la vicenda non è affidata all'antiterrorismo e i magistrati attendono la prima relazione delle forze dell'ordine per avere un quadro più chiaro dell'aggressione.