Venerdì 19 Aprile 2024

Rocco Siffredi sulle frasi del Papa: "Il porno non è il male. Le crociate sono inutili"

Siffredi racconta: ho tanti fan tra i credenti. "Tanti mi scrivono per redimermi. Mia mamma sognava che diventassi un sacerdote"

Rocco Siffredi (Pressphoto)

Rocco Siffredi (Pressphoto)

Milano, 27 ottobre 2022 - Rocco Siffredi, il Papa ha detto che anche preti e suore guardano i video a luci rosse e che da lì il diavolo entra nella Chiesa... "E come dargli torto? Il Papa ha perfettamente ragione. Siamo tutti fatti di carne e il sesso è una grandissima tentazione. Le assicuro che nella Chiesa ho tantissimi fan. Se qualcuno fa il voto di castità deve essere coerente. Io non ho deciso di fare il prete, ho deciso di fare il pornostar. Non per questo mi sento diavolo, mi sento uno che ama la vita fino in fondo, anche se mia mamma ha sempre sognato che io diventassi sacerdote. Io ho scelto la via opposta. Ciò non vuol dire che non sono una persona credente, credo in un Dio anche se non faccio tutto quello che dice la Chiesa. Ma non sono neanche uno di quelli che pecca, va in Chiesa, si confessa e poi ricomincia. Lo trovo ipocrita. Per questo penso che le parole del Papa siano molto coerenti. Ma prima dei preti e delle suore il Papa dovrebbe preoccuparsi della pornografia online che raggiunge i bambini".

Lei ha una fitta corrispondenza con i fan. Ci sono anche preti o suore? "Qualche volta sono stato contattato da preti che volevano avere un confronto con me, convincermi ad abbandonare la strada. Ma temo che fossero solo alla ricerca di una qualche notorietà. Ci sono tantissime persone che vorrebbero redimermi – mi scrivono da tutto il mondo sperando di trasformarmi in un testimonial per la loro crociata –. Io rispondo a tutti dicendo: non posso fare qualcosa in cui non credo, non penso che il porno sia malefico. Aggiungo però che, quando le persone vivono il porno – ma anche il resto – in maniera esagerata, e questo diventa una dipendenza, allora non va bene. Ricordo in particolare una ragazza che mi avvicinò in una discoteca emiliana, era agitatissima, gli occhi iniettati di sangue, tremava, sembrava davvero indemoniata. Mi porse una lettera e scappò via. La lettera cominciava gentilmente, ma già alla fine della prima pagina la ragazza si augurava che io morissi bruciato all’inferno. È stato come se il diavolo stesso mi avesse scritto. La buttai via senza nemmeno leggerla tutta". 

Lei pensa che tra i suoi numerosi fan ci siano anche preti e suore? "Io sono nato a Pescara, e in un paesino lì vicino, nella sacrestia di una chiesa, hanno trovato un’intera collezione di vhs tutta dedicata a me. C’era un vero fan club. Io stesso da ragazzino sono stato non abusato per fortuna, ma insidiato più volte, e sempre dai preti. Una volta sono andato in Vaticano per prendere una casa in affitto. Il portiere mi ha detto: ‘Rocco, se prendi casa qua mandi fuori di testa tutto il palazzo, perché è pieno di preti che sono fan tuoi’".