Roberto Burioni: "Ho il Covid. Voce alla Barry White e mal di testa"

L'immunologo in collegamento da casa con Fazio: "'Il vaccino fa sì che io possa essere qui e non in ospedale"

Burioni da Fazio: "Ho il Covid"

Burioni da Fazio: "Ho il Covid"

Roma, 9 ottobre 2022  - Anche l'immunologo Roberto Burioni ha il Covid, è stato lui stesso a riverarlo in collegamento da casa con Fabio Fazio  a Che tempo che fa su Rai3. ''Il vaccino fa sì che io possa essere qui e non in ospedale, con febbre, tosse, mal di testa e una voce alla Barry White: tutto sommato è una malattia che non è particolarmente grave. Questo grazie al vaccino. Io ho fatto la settimana scorsa la quarta dose, penso che questo sia stato importante per far sì che la malattia non sia grave". 

Covid Italia: oggi 15.089 casi, nuovo balzo dei ricoveri. Bollettino del 10 ottobre

Burioni ha spiegato che "dobbiamo prendere atto di una cosa: lo scenario è completamente cambiato da quello dello scorso anno con l'arrivo della variante Omicron 1 e 2 prima e poi la variante Omicron 5 poi, che io mi sono molto probabilmente preso''. 

Per il virologo bisogna cambiare approccio al Covid: ''Il vaccino non ha più una grande efficacia nel proteggere dall'infezione, mentre lo aveva fino alla variante Delta e quindi aveva un senso renderlo obbligatorio per i sanitari e il Green Pass. Io sono l'esempio di come il vaccino non protegga contro l'infezione. Il vaccino è molto efficace nell'evitare conseguenze molto gravi. Abbiamo un virus contagiosissimo e quindi dobbiamo proteggerci". 

Resta il fatto che non si può più tornare in isolamento, e il virus non sparirà del tutto: "Con questo virus dobbiamo conviverci, a meno di vaccini miracolosi che non si vedono però all'orizzonte, questo virus è il quinto coronavirus che interessa l'uomo. Non possiamo in questo momento pensare a nuovi lockdown, alla chiusura delle scuole, dobbiamo accettare che questo virus circoli".

Secondo Burioni "l'approccio alla cinese non funziona ed è molto dannoso per l'economia e tante altre cose", e suggerisce: "Per prima cosa dobbiamo far sì che questo muro d'immunità che ci protegge dalle conseguenze gravi sia il più forte possibile, possiamo farlo con i vaccini. In generale dobbiamo ricordarci che una malattia così contagiosa, anche se causa una sindrome lieve, può portare gravi danni: non tanto al singolo, ma alla collettività". 

E ha portato come esempio il suo caso: "Io domani non andrò in ospedale e non farò lezione, se si contagiano un gran numero di guidatori di autobus, il trasporto pubblico si ferma. Così come per scuole e ospedali. La legge dice che oggi le mascherine non sono obbligatorie, ma dice anche che posso tenere aperta la mia decappottabile quando piove. Però io non lo faccio". 

Quindi sta a noi "agire con il buonsenso, usare la mascherina quando siamo in zone affollate, al chiuso come in un teatro, in un cinema, in un treno. Vorrei invitare chi sta male a non andare a lavorare, state a casa. È una regola generale, che valeva anche nel 2018 quando c'era solo l'influenza''.