Rapina in villa, influencer sotto choc. "Mi hanno legata, sono svenuta dalla paura"

Il racconto di Roberta Martini: "Piangevo e chiedevo ’quando finisce’? Si sono fatti aprire le casseforti e poi mi hanno immobilizzata"

Roberta Martini, 48 anni, stilista e influencer con un passato da top model

Roberta Martini, 48 anni, stilista e influencer con un passato da top model

Milano, 14 gennaio 2023 - "All’improvviso, ho sentito una mano sulla bocca: ho aperto gli occhi e mi sono trovata davanti tre uomini con i volti coperti da passamontagna". Sono da poco passate le 13 di ieri e la voce di Roberta Martini, ex top model, imprenditrice della moda e influencer da quasi mezzo milione di follower su Instagram, tradisce ancora lo choc per quanto accaduto dodici ore prima: i banditi sono entrati la notte scorsa nella sua villa a tre piani in zona Porta Romana a Milano, l’hanno sequestrata e costretta ad aprire le casseforti per svuotarle di gioielli, orologi di pregio e contanti per circa 5mila euro. L’ammontare complessivo del bottino non è stato ancora quantificato con precisione dalla diretta interessata, ma è certamente "molto ingente". Ora sul caso stanno indagando gli investigatori della Squadra mobile, coordinati dal dirigente Marco Calì, che partiranno dalla testimonianza della quarantottenne e dall’analisi delle telecamere di videosorveglianza per cercare di identificare gli autori del blitz: è possibile che i rapinatori abbiano seguito Martini nei giorni precedenti e che ne abbiano monitorato i movimenti con diversi sopralluoghi, anche per essere sicuri che fosse da sola in casa al momento di entrare in azione.

Ci racconti cos’è successo ieri notte? "Sono andata a dormire alle 23.30 e attorno all’una sono stata svegliata da tre uomini, entrati in camera da letto: uno di loro mi ha messo la mano sulla bocca e mi ha detto “Se stai buona, non ti facciamo niente”. Soltanto dopo mi sono resa conto che avevano divelto le inferriate di una finestra al piano terra, ma io dormivo profondamente e non ho sentito nulla".

E poi? "Mi hanno costretta a seguirli per aprire le casseforti. Poi mi hanno riportata in camera da letto, e uno di loro è rimasto con me per tutta la durata della rapina: avevo i polsi legati con fascette da elettricista. Nel frattempo, gli altri due hanno rovistato nel resto della casa a caccia di altri oggetti da portare via. Sono stati minuti interminabili: io piangevo e dicevo “Quando finisce? Quando finisce?”. Non mi interessava nulla delle cose che mi stavano rubando, ho anche disattivato l’allarme: volevo soltanto che se ne andassero il più presto possibile. A un certo punto, sono anche svenuta, e l’uomo che era con me mi ha preso un po’ d’acqua per farmi riprendere: “Non ti facciamo male, tra poco finisce tutto, stai tranquilla”, mi ripeteva per farmi restare calma".

Quanto tempo è durata la rapina? "Sicuramente più di un’ora, il tempo sembrava non passare mai".

Sono stati violenti? "No, per fortuna. Posso dire che si sono comportati bene con me: non mi hanno picchiata né mi hanno puntato armi o coltelli, sono stati tutto sommato gentili".

E poi? "Quando hanno finito, mi hanno detto di aspettare quaranta minuti prima di chiamare le forze dell’ordine: hanno acceso il televisore e hanno inserito il timer. “Ti abbiamo lasciato il cellulare in soggiorno, dopo quaranta minuti puoi andare a recuperarlo e telefonare”, mi ha detto. E io così ho fatto: alle 3.02 ho chiamato il 112".

Come si sente? "Sono ancora sotto choc: i prossimi giorni saranno molto difficili, com’è normale che sia. Come tutte le ferite, ci vorrà tempo per farla rimarginare. Ho deciso di raccontarvi quello che mi è successo non per avere visibilità, ma per dire che cose del genere non devono più accadere: Milano deve essere una città sicura. E poi ci deve essere certezza della pena: le persone che mi hanno rapinato devono essere processate e scontare per intero le loro condanne".