Sabato 20 Aprile 2024

Rivoluzione (non solo) sanitaria Pillola anticoncezionale gratis Via libera per tutte le donne

L’Aifa approva la decisione di non far pagare il farmaco: la spesa per lo Stato è di 140 milioni. Attualmente in alcune regioni è disponibile solo nei consultori. I ginecologi: strumento utile.

di Alberto Pieri

La pillola anticoncezionale gratis per tutte le donne. La svolta, che segna un passaggio storico anche culturale, arriva in tarda serata. Il Comitato prezzi e rimborsi (Cpr) dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha infatti approvato nel pomeriggio la decisione di rendere gratuita la pillola anticoncezionale per le donne di tutte le fasce d’età, con un costo totale per le casse dello Stato stimato in circa 140 milioni di euro l’anno. Da mesi l’Aifa stava discutendo l’ipotesi di rendere la pillola gratuita per tutte, come ha già deciso di fare la Francia, che però la offre solo alle under 25.

Ad anticipare e rendere nota la decisione è stato il sito Quotidiano Sanità con un’intervista alla presidente del Cpr dell’Aifa Giovanna Scroccaro. Si tratta di un tema da tempo all’attenzione dell’agenzia. Sono stati necessari, però, tempi tecnici per "arrivare a una valutazione completa" e all’ok da parte dell’autorità. Approvata anche la gratuità della profilassi pre-esposizione contro il virus dell’Hiv, la cosiddetta Prep. "Abbiamo voluto portarli a termine prima della scadenza" del mandato e dell’arrivo della riforma dell’Agenzia, attesa per l’estate, ha spiegato Scroccaro.

Per rendere la contraccezione gratuita in Italia "sono stati valutati, all’interno di 3 categorie di farmaci contraccettivi, individuate e divise per generazione, i prodotti meno cari, che sono stati resi gratuiti. È stata in particolare la Commissione tecnico-scientifica a suddividere la grande platea di contraccettivi disponibili a oggi per componente progestinica, raccomandando di rendere disponibili gratuitamente un certo numero di prodotti per ogni diversa generazione di medicinali, garantendone una certa sovrapponibilità", afferma l’esperta.

"Noi – prosegue Scroccaro – abbiamo poi analizzato quelli che presentavano i prezzi più bassi. La stima di costo per lo Stato è attorno ai 140 milioni di euro annui, ma si tratta di una decisione importante, che consentirà di ampliare la platea di donne che oggi, magari, consideravano il costo di questi contraccettivi come troppo alto e per questo non ne facevano uso". Da sempre, rileva ancora la presidente del Comitato prezzi e rimborsi dell’Agenzia italiana del farmaco, "in Italia c’è uno scarso ricorso alla contraccezione e questo ora potrà cambiare. È difficile peraltro dire, non essendoci stata alcuna contrattazione di prezzi per questi prodotti, che una pillola da 25 euro sia migliore di quelle che ne costano 10".

In realtà, negli ultimi anni diverse Regioni italiane hanno già deciso di consegnare gratuitamente la pillola nei consultori a determinate categorie di donne. In prima fila le ragazze fino ai 25 anni. In Toscana anche le donne disoccupate e coloro che hanno fatto l’interruzione di gravidanza (in questo caso il farmaco è passato per 24 mesi). Dal 2018 regole analoghe valgono anche in Emilia-Romagna, in Puglia e in Lombardia. Le donne però fino a oggi sono dovute andare al consultorio per ottenere il farmaco. Questo perché in realtà la pillola anticoncezionale di ultima generazione viene acquistata con i propri soldi dalle quattro regioni, che poi la distribuiscono nelle loro strutture, mentre se la pillola passerà in tutta Italia nella fascia A dei prodotti gratuiti, come deciso dall’Aifa, la distribuzione avverrà direttamente in farmacia.

A sostegno della decisione si era espressa da mesi la società italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo). "Da anni proponiamo questa possibilità per la pillola anticoncezionale alle istituzioni competenti – ha affermato il presidente Nicola Colacurci – perché c’è una evidente difficoltà nell’organizzare bene nel nostro Paese la contraccezione". "La pillola anticoncezionale è uno strumento di grande utilità ed efficacia per le donne, e quindi sarebbe indubbiamente un passo avanti riconoscerla come un farmaco essenziale e quindi fornito gratuitamente", ha ricordato Nicoletta Colombo, docente di ginecologia e ostetricia all’Università di Milano Bicocca.