Campobasso, rivolta in carcere rientrata dopo l'incontro tra detenuti e direttrice

Gli insorti contestavano alcune restrizioni volute proprio dalla neo direttrice

L'esterno del carcere del Campobasso dove i carcerati sono in rivolta (Ansa)

L'esterno del carcere del Campobasso dove i carcerati sono in rivolta (Ansa)

Campobasso, 22 maggio 2019 - Dopo poche ore la rivolta dei detenuti di Campobasso è rientrata. A risolvere le tensioni è stato il colloquio che i carcerati insorti hanno avuto con la nuova direttrice. Non si conoscono ancora i contenuti dell'incontro. Confermato il fatto che durante la protesta non ci sono stati feriti né atti di violenza. Solo un detenuto ha accusato un malore e un'ambulanza è già nella struttura per prelevarlo, il fatto però non sarebbe dovuto alla protesta.

La rivolta a Campobasso era iniziata in serata, quando un gruppo di almeno 28 detenuti si era barricato dentro la struttura per protestare. Durante la rivolta i carcerati hanno dato fuoco ad alcune suppellettili. Sul luogo era giunto subito il procuratore capo di Campobasso, Nicola D'Angelo, per coordinare le forze dell'ordine che avevano circondato la prigione.

Aldo Di Giacomo, segretario del Spp, sindacato degli agenti penitenziari, aveva spiegato che la protesta era esplosa nel II settore. Lì i carcerati si erano barricati, e avevano bruciato alcuni materassi. Ma nessun agente era stato preso in ostaggio, o ferito. Secondo Di Giacomo dietro alla protesta ci sarebbe stata "la diminuzione di alcuni benefici quali telefonate, ed altro".

Il super affollamento del II settore era alla base delle restrizioni contestate. Di Giacomo, infatti, conferma che in quel reparto c'erano troppi detenuti, e alcuni avrebbero dormito con i materassi per terra. Nel carcere di Campobasso ad oggi sono detenute 180 persone, che in teoria non sarebbero molti di più rispetto al totale della capienza, ma il II settore risulta comunque oltre il limite. In più, ha aggiunto Di Giacomo, nelle ultime settimane sono stati carcerati detenuti definiti 'border line', ossia con problemi psichici o tossicodipendenti. 

La protesta, secondo fonti interne non confermate, era diretta principalmente contro la nuova direttrice del carcere, Irma Civitareale, in servizio da un paio di mesi, e le sue decisioni restrittive. La struttura si trova nel centro della città. Una squadra dei vigili del fuoco è dovuta intervenire all'interno per domare le fiamme e il fumo sprigionatosi. Sul posto, oltre la nuova direttrice Civitareale e al procuratore capo D'Angelo, si era recato anche il questore di Campobasso, Mario Caggegi. 

ANTIGONE CONFERMA: RIVOLTA PER LE CONDIZIONI - Gianmario Fazzini, responsabile di Antigone Molise, conosce bene i problemi del carcere di Campobasso: "Una situazione che non poteva che avere questo epilogo perché all'interno della casa circondariale di Campobasso da due mesi si vive una situazione insostenibile e di questo mi assumo personalmente la responsabilità". Antigone è un'associazione non governativa, con sede centrale a Roma, che si interessa della tutela dei diritti e delle garanzie nel sistema penale. "Dico questo perché abbiamo notizie dal nostro osservatorio di una situazione invivibile, non solamente da parte delle persone detenute, ma anche di tutte le strutture organizzate che lavorano all'interno del carcere a cominciare dalle guardie di polizia penitenziaria presenti all'interno della struttura, alla responsabile della area educativa dell'area sanitaria. La direttrice reggente Irma Civitareale, che viene dalla casa circondariale di Cassino, è di stanza qui a Campobasso da circa 2 mesi, e da circa 2 mesi ci sono state all'interno della struttura molisana delle nuove procedure di vita quotidiana che hanno completamente ribaltato ciò che in anni di lavoro da parte dei precedenti direttori della struttura era stato comunque realizzato. In una struttura che già di per sé è difficilissima da vivere", conclude Fazzini.

NO A UNA TELEFONATA, E SCOPPIA LA RIVOLTA - La scintilla della protesta dei detenuti di Campobasso sarebbe partita dal nervosismo di un carcerato dopo la negata concessione di telefonate. Il Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria rende noto: dopo aver incendiato alcune suppellettili, per protesta il detenuto ha chiuso il cancello della sezione e, minacciando di creare ulteriori incidenti, ha impedito al personale di entrare. Gli altri detenuti, presenti nella cosidetta sezione 'a celle aperte', hanno aderito alla protesta per la solidarietà con questi.