Ritorno a scuola, l’ira dei presidi: non siamo pronti. "Così la sicurezza è un miraggio"

In molte scuole la consegna dei banchi monoposto è in grave ritardo e manca il personale necessario. Giannelli avverte: "Valutiamo la possibilità di varare calendari diversi a seconda delle esigenze"

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La linea è: far riaprire le scuole anche se non sono pronte. Molte regioni concordano, altre rinviano, mentre cresce il fronte di chi dai presidi ai consigli di istituto, al Codacons ad alcuni comuni, chiede il rinvio della riapertura delle scuole. "Se le criticità non verranno risolte, è oggettivamente difficile pensare che il termine del 14 settembre sia rispettato ovunque: è opportuno dunque valutare, sulla base di accordi tra enti locali e consigli di istituto, la possibilità di ragionevoli differenziazioni locali", conferma il presidente dell’Associazione Nazionale Presidi (Anp) Antonello Giannelli, secondo cui "il governo non si è risparmiato e tutto il personale scolastico è fortemente impegnato per la riapertura delle scuole, ma è evidente che per riaprire in sicurezza è necessario che alcuni problemi vengano risolti".

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Già oggi le riaperture sono differenziate per regioni e comuni. Il 14 settembre torneranno sui banchi la maggior parte degli studenti delle regioni del Nord e Centro Italia (Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Veneto, Toscana, Emilia Romagna, Umbria, Lazio, Marche e provincia autonoma di Trento), oltre a Molise e Sicilia. Il 16 settembre toccherà invece al Friuli Venezia Giulia e il 22 alla Sardegna. Il 24 settembre suonerà invece la campanella per Campania, Abruzzo, Puglia, Basilicata e Calabria. Ma alcune amministrazioni locali (ad esempio sei comuni in Liguria e probabilmente Oristano in Sardegna) hanno fatto o annunciato ordinanze di rinvio in dissonanza dalle Regioni e altre, e soprattutto parecchie scuole, lo chiedono, ad esempio nel Lazio, dove il presidente dell’Anci locale, il sindaco Pd di Monterotondo Riccardo Varrone, ha scritto al governatore Zingaretti per ottenere un rinvio dell’apertura dal 14 al 24 settembre.

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Sempre nel Lazio anche i dirigenti di 22 istituti scolastici di Ostia e Fiumicino e i consigli di istituto di decine di altre scuole romane hanno chiesto la riapertura il 24. "Le scuole che hanno chiesto di rinviare l’apertura sono centinaia perché non sono stati finiti i lavori di adeguamento e mancano banchi e docenti" conferma il presidente dell’associazione presidi del Lazio, Mario Rusconi.

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Ma la Regione Lazio e il comune di Roma negano l’ok allo lo slittamento. "I rinvii erano necessari – ribatte il Codacons – e nel caso in cui dovessero registrarsi incidenti o casi di contagio all’interno delle scuole della capitale, chiameremo il Comune a rispondere dei danni prodotti a studenti e famiglie". L’associazione sostiene che da un sondaggio online emerge che "il 75% delle famiglie italiane è favorevole ad un rinvio del ritorno in classe per gli studenti".

E anche i sindacati sono perplessi. "A meno di una settimana dall’apertura delle scuole – ha detto la segretaria della Cisl, Anna Maria Furlan – purtroppo ci sono ancora troppe incertezze. Per questo chiediamo al governo risposte".