Ristori garantiti anche nei lockdown locali. Così le Regioni aggiustano il nuovo dpcm

Il governo ha accettato alcuni rilievi dei governatori. Torna il congedo parentale in caso di chiusure scolastiche: sarà retroattivo

Protesta per i ristori

Protesta per i ristori

Si va verso ristori anche per le micro zone rosse e arancioni scuro, anche comunali. È stata inviata venerdì sera una prima valutazione positiva – con osservazioni – della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome sul Dpcm che dovrebbe essere varato all’inizio di questa settimana. Le Regioni avevano chiesto che "lo stesso provvedimento che introduce restrizioni per l’intero paese e restrizioni particolari per singoli territori, deve anche attivare gli indennizzi e salvaguardare le responsabilità, garantendo la contestualità a prescindere, indipendentemente dalla natura dell’ordinanza, sia essa ministeriale o regionale". In altre parole ristori anche per le micro zone rosse e arancioni scuro, anche se non sarebbero retroattivi. I ministri Gelmini e Speranza hanno dato parere favorevole e ora si attende il placet dell’Economia.

Lombardia, Piemonte e Marche in zona arancione

Zona arancione: cosa si può fare

Disco verde anche da parte del ministro della Famiglia Elena Bonetti sulla questione dei congedi parentali. "In caso di chiusure scolastiche – ha detto il ministro per la Famiglia – il Governo è pronto a reintrodurre i congedi parentali retribuiti, lo smart working come diritto dei genitori e l’ipotesi del voucher per baby sitter. Il governo e’ pronto e le misure si dovranno applicare sulla base dei colori delle Regioni. Le proporremo nel primo provvedimento utile e avranno validità retroattiva".

Scuole, Cts: "Chiuse in zona rossa"

Nella lettera al governo del presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini, "si prende atto con favore che alcune delle richieste contenute nel documento da noi approvato il 21 febbraio sono già state accolte, quali l’istituzione del tavolo tecnico di confronto per la revisione dei parametri per la valutazione del rischio e la questione relativa alla tempistica delle ordinanze del ministero della Salute (che per il cambio di fascia avranno effetti dal lunedì e non più dalla domenica, ndr)". "Prendiamo altresì atto – prosegue il governatore dell’Emilia-Romagna – che è già in corso una discussione sui contenuti del prossimo provvedimento di legge in materia di ristori".

Alle proposte del documento del 21 febbraio su tutte "la necessità di rivedere le regole che disciplinano la gestione e il contrasto della pandemia nonché la rapida accelerazione della campagna vaccinale", la lettera aggiunge ulteriori richieste. La regione Lombardia chiede di "prevedere che si svolgano in presenza i corsi di formazione individuale o quelli che necessitano attività di laboratorio", di "prevedere l’apertura dei servizi di ristorazione fino alle ore 22" e di "ampliare le tipologie di attività che possono restare aperte nei centri commerciali nei fine settimana, tra cui tintorie e lavanderie", di "prevedere per le Regioni la possibilità di adottare misure relative alla chiusura delle scuole primarie e secondarie di primo grado" e di non chiudere i servizi di barbiere e parrucchiere nelle zone rosse. Questa ultima richiesta viene anche da Friuli-Venezia Giulia, Abruzzo, Molise e Provincia di Trento. Le regioni Piemonte e Molise chiedono anche, con tre emendamenti, di "autorizzare esplicitamente gli alberghi a servire i pasti ai propri clienti anche nelle zone arancioni e rosse" e "se l’albergo non ha un ristorante, prevedere la stipula di apposite convenzioni con strutture di ristorazione".

La regione Marche da parte sua propone di "prolungare l’orario di apertura dei servizi di ristorazione dalle 18 alle 21.30", consentire per bar, pub e birrerie e per il commercio al dettaglio di bevande di "l’asporto fino alle 21.30" e "di autorizzare l’attività di ristorazione, limitatamente agli associati" ai circoli culturali sociali e ricreativi. Le Marche chiedono anche di "eliminare le disposizioni che non permettono l’apertura delle attività che si svolgono nei parchi commerciali all’aperto" e di permettere l’apertura nei giorni festivi e prefestivi di ristoranti, bar, parrucchieri ed estetisti (come già accade per farmacie, edicole, tabaccherie) che si trovano nei centri commerciali. Ultima richieste "l’avvio di un programma di riaperture" di palestre, piscine e di cinema, teatri e musei.

Il bollettino sul Coronavirus in Italia dell'1 marzo