Non è la riapertura generale. La strategia di Draghi non prevede colpi di bacchetta magica e neppure ’d-day’. Le ripartenze per l’Italia in giallo proseguiranno scaglionate lungo il mese di giugno, anche se per togliere la mascherina bisogna aspettare un po’, avverte il ministro della salute, Speranza: "La dovremo tenere ancora qualche mese al chiuso, spero si superi in tempi più brevi all’aperto. Niente fretta". E tuttavia l’impatto simbolico di ciò che accadrà il primo giugno è indiscutibile. Riaprono le sale interne dei ristoranti, si potrà consumare il caffè dentro il bar, si può addirittura giocare a carte – in base a ciò che prevedono le linee guida messe a punto dalle regioni e approvate dal comitato scientifico nazionale – purché forniti di mascherine e chiamando mazzi nuovi con più frequenza che a Las Vegas. La data è stata scelta sapientemente: con l’arrivo del caldo quelle sale interne – per quanto areate – saranno assai meno frequentate di quanto sarebbero state un meno fa. E il caffè al bancone, rispettando la distanza di un metro, non è mai stato un grosso rischio. Ma il segnale è evidente: poter rientrare nei locali al chiuso anche a cena (osservando il coprifuoco alle 23, e dal 7 giugno alle 24) dice che se non è proprio finita, sta per finire. Anche perché si potrà stare a tavola in più di quattro commensali: l’unico limite è il distanziamento (la prenotazione è ’consigliata’). Indossando la mascherina in ogni occasione in cui non si è seduti, quindi per andare alla cassa o alla toilette o al bancone. Permessa pure la somministrazione a buffet se servita dal personale. Regole zona bianca: ristoranti, bar, palestre, centri commerciali, mascherine Ma forse l’evento psicologicamente più significativo non è neppure il ristorante: è lo stadio. Alla vigilia del primo lockdown nel ...
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