Martedì 23 Aprile 2024

Rissa per il ciuffo e poi le coltellate A 16 anni uccide giovane operaio

Gli sfottò sui capelli del 23enne lasciato agonizzante nel campo sportivo. La confessione del minorenne

Migration

di Federica Orlandi

CASTEL DEL RIO (Bologna)

Ammazzato a coltellate davanti ai suoi amici, lasciato agonizzare dai suoi aggressori che, alla vista del sangue, si sono dileguati. Per poco: i carabinieri li hanno rintracciati quasi subito e il baby killer, un sedicenne, è in stato di fermo dopo avere confessato. Ma per Fabio Cappai, 23 anni, non c’è stato nulla da fare.

È successo venerdì sera, poco prima della mezzanotte, a Castel del Rio, nei pressi del campo sportivo del borgo arroccato sull’Appennino imolese al confine con la Toscana. La lite, stando ai tanti testimoni della rissa finita in tragedia, sarebbe sfociata da un motivo talmente banale da apparire assurdo. "Come tieni quel ciuffo, con i capelli rossi che hai?" sarebbe stato lo sfottò rivolto da una gang di minorenni alla vittima. Gli animi si accendono e tutti quanti i giovani vengono cacciati dal bar in cui si trovano. Si spostano allora nei pressi del vicino centro sportivo e continuano a litigare. "Uno dei ragazzi ha dato una spinta a un altro, che gli ha dato un pugno. È partita così", racconta un’adolescente che ha assistito a tutta la scena. Scatta la rissa: sette-otto ragazzini di 16 e 17 anni contro due ventitreenni, Fabio e un amico, che non è rimasto ferito. Cappai ben presto viene isolato e aggredito – ricostruiscono ancora i testimoni – da tutti gli adolescenti insieme. È a questo punto che arrivano le coltellate. Almeno tre, di cui una, probabilmente fatale, al costato sinistro, in profondità.

Fabio si accascia, perde molto sangue. È il fuggi fuggi generale: tutti i contendenti si dileguano e lo lasciano lì, agonizzante. Gli amici e gli avventori di un locale vicino assistono alla scena e danno l’allarme, mentre il titolare, il ristoratore Fabrizio Morara Pisani e il medico Carlo Roveroni accorrono per prestare i primi soccorsi al ragazzo a terra, in attesa dell’ambulanza e dell’elicottero del 118. Ma lui ha già perso i sensi, il cuore quasi non batte più. Non c’è nulla da fare.

I testimoni vengono subito sentiti dai carabinieri e in breve tempo sono rintracciati tutti i litiganti. Interrogato ieri nel primo pomeriggio dalla pm della Procura dei Minori Silvia Marzocchi, il sedicenne che avrebbe sferrato i colpi fatali crolla e confessa e indica agli inquirenti dove ha gettato il suo coltello a serramanico, arma del delitto. Accusato di omicidio volontario, è ora in stato di fermo nel centro di prima accoglienza del carcere minorile del Pratello, a Bologna, in attesa dell’udienza di convalida della misura. "È sconvolto, non voleva uccidere", assicura il suo avvocato, Alberto Padovani. Al momento non ci sono altri indagati.

Fabio Cappai, che viveva a Moraduccio, frazione vicina a Castel del Rio, era operaio in una azienda di imballaggi di Borgo Tossignano; lascia i genitori e due fratelli. Tutti lo conoscevano, in paese: a parlare a nome della comunità è il sindaco Alberto Baldazzi: "Siamo sconcertati e addoloratissimi. Ora servono forza e saldezza morale per ricostruire la trama dell’amicizia e il senso di comunità, così forte a Castel del Rio". Intanto, stasera alle 21 Fabio sarà ricordato dai suoi concittadini con una fiaccolata.