
di Cesare De Carlo
"Dammi i tuoi stanchi, i tuoi poveri le tue masse disperate..." cantava la poetessa Emma Lazarus. Era il 1883 e i versi erano dedicati alla Statua della libertà. Gli stessi ai quali si riferì il presidente democratico Joe Biden due anni fa. Nobile citazione. Fu l’aggancio ideale per rovesciare la politica "inumana" del predecessore, il repubblicano Donald Trump. Meno controlli, anche se in teoria le restrizioni rimanevano. E dunque invasione massiccia. Biden dimenticava un particolare: gli immigrati che sbarcavano a Ellis Island avevano il visto sul passaporto. Quelli che giorno e notte guadano il Rio Grande no.
Da gennaio 2021, col suo insediamento alla Casa Bianca, tre milioni di ’stanchi e poveri’ sono entrati illegamente. Per metà sono stati rispediti indietro. L’altra metà è rimasta. L’amministrazione democratica ha chiuso un occhio e a volte tutti e due. I migranti sono sfuggiti al censimento e più spesso sono scomparsi nell’immensa nazione continente. Ebbene, appena due settimane dopo avere annunciato la sua ricandidatura, Joe Biden sembra essersi pentito. Invierà alla frontiera con il Messico 1.500 soldati.
Già, 1.500 e non 15mila o 150mila in una frontiera di 3.200 chilometri. Il Border Patrol non ce la fa e dunque ha chiesto rinforzi, e Biden intende dimostrare di rivedere la sua fallimentare politica migratoria. Dunque corre ai ripari prima che l’11 maggio scadano le restrizioni peraltro disattese. Erano state adottate per il Covid e inserite in una legge del Congresso nota come "Titolo 42". Consentivano immediati respingimenti senza audizione. Ora nell’imminenza della scadenza sulla riva messicana del Rio Grande si sono radunate folle strabocchevoli, 50 mila persone solo a El Paso, con contrabbandieri che dal traffico di droga si sono riciclati in quello di essere umani.