Covid, La Vecchia: "Rischiamo 100 morti al giorno. Subito la terza dose agli over 60"

L’epidemiologo: i richiami nelle prossime due settimane o in dicembre la situazione peggiorerà. "Dopo sei mesi i vaccini coprono al 50%. L’obbligo di mascherina? Giusto tenerle fino a primavera"

L’86% degli over 12 ha ricevuto almeno una dose

L’86% degli over 12 ha ricevuto almeno una dose

Nell’ultima settimana la curva dei contagi è tornata timidamente a puntare verso l’alto (oltre quota 4mila casi giornalieri), la discesa dei ricoverati, nei reparti ordinari come nelle terapie intensive, ha esaurito la propria spinta. Che cosa sta succedendo? Come gestire quelli che sembrano i prodromi di una recrudescenza della pandemia? L’epidemiologo Carlo La Vecchia, ordinario alla Statale di Milano, alza l’argine della terza dose di vaccino, se non per scongiurare una nuova, robusta ondata dell’infezione, – "a cui non credo, almeno per le prossime settimane" –, per contenere "un potenziale peggioramento a dicembre". Più che evitabile, a patto che si facciano i i compiti a casa... Il che significa accelerare, da qui all’inizio di novembre, "col secondo richiamo agli over 60, altrimenti potremmo avere ogni 24 ore anche 10mila nuovi positivi e cento o più decessi".

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Professore, non crede che prima di tutto sia necessario scacciare le sirene inglesi, quelle che ci suggeriscono di revocare il distanziamento sociale e l’obbligo di mascherina al chiuso?

"Sarebbe bello togliere tutte le restrizioni, ma non mi pare sia la soluzione giusta, come dimostrano anche gli stessi dati epidemici d’Oltremanica, dove i contagi oscillano tra 45-50mila al giorno. Dobbiamo mantenere la guardia alta, senza cedere né alla paura, né alla leggerezza. Mi auguro si possa presto tornare al bar senza indossare la mascherina, tuttavia questo, ragionevolmente parlando, non potrà verificarsi prima di primavera".

Basta l’effetto Green Pass, che, complice la possibilità di ottenerlo sottoponendosi al tampone ogni due giorni, sta portando a galla tanti positivi non vaccinati, a spiegare la nuova risalita della curva pandemica?

"Solo in parte, visto che si è arrestata anche la discesa del numero di pazienti Covid ricoverati in ospedale. L’elemento su cui dobbiamo concentrarci in questa fase è semmai la perdita di efficacia dei vaccini. Gli ultimi studi hanno dimostrato che la profilassi Pfizer, nel giro di 5-6 mesi, dimezza la suo copertura dal contagio che passa dal 96% a poco più del 50%. Resta, però, sempre al 90% la protezione dal rischio di morte o di malattia grave".

Dobbiamo andare verso la somministrazione della terza dose per tutti?

"Credo che questo sia l’obiettivo nei prossimi mesi. Tra ottobre e novembre dobbiamo, invece, partire in tutte le regioni con la somministrazione del secondo richiamo agli over 60. Questi soggetti sono quelli più a rischio complicazioni, sono loro che rischiano di finire in terapia intensiva".

Il commissario Figliuolo è andato in pressing sulle Regioni, perché il booster sia iniettato a tutti i soggetti indicati nell’ultima circolare del ministero della Salute, compresi gli over 60.

"Giusto, ci sono Regioni, come la Lombardia, che sono in ritardo con i richiami agli over 60, e altre, vedesi il Veneto, che hanno aperto le prenotazioni per questa fascia d’età. Bisogna archiviare l’Italia a doppia velocità nella campagna d’immunizzazione e tenere aperti gli hub vaccinali. La medicina territoriale e le farmacie non sono in grado da sole di rispondere al bisogno vaccinale del Paese, considerando anche le difficoltà logistiche nella gestione del Pfizer".

Intanto, però, l’obbligo del Pass in ufficio sembra aver esaurito la sua spinta persuasiva: le prime dosi sono passate da 70.710 dello scorso 15 ottobre alle 29.124 della settimana successiva.

"Il certificato ha convinto molte persone esitanti a immunizzarsi e sono convinto che vedremo ancora i suoi effetti nelle prossime settimane, anche se in tono ridotto. Fare il tampone ogni due giorni è una soluzione non solo complessa e fastidiosa sul piano pratico, ma anche dispendiosa".

Tutti No Vax i 3,5 milioni di italiani senza neanche una dose?

"No, quelli sono una minima parte, a Milano in piazza erano diecimila al massimo. Medici di base e farmacisti possono ancora sensibilizzare molti reticenti al vaccino".

Come?

"Spiegando, da un lato, che nel mondo abbiamo superato i 7 miliardi di somministrazioni, dall’altro, che oggi sappiamo gestire la quota minimale di effetti collaterali, evitando, per esempio, d’iniettare ai giovani la profilassi a vettore virale e il siero Moderna agli under 30".