Riparte il mattone: caccia a terrazzi e giardini

Il Covid non cancella il desiderio di investire nelle case. Maggio risveglia anche i mutui, finito il lockdown finanziamenti per 3,5 miliardi

Mercato immobiliare

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Prima la caduta e poi la ripresa. E se il 2020 non potrà non scontare l’effetto negativo del Covid-19 – con la stima, secondo Fabiana Megliola, responsabile Ufficio Studi Tecnocasa, di circa 100mila compravendite in meno – sembra proprio che il virus non abbia cancellato la voglia di comprare casa. Così, dopo la frenata imposta dal lockdown, a maggio il settore ha cominciato a rialzare la testa. Monitorando la rete di vendita di Tecnocasa, spiega Megliola, emerge un mercato "in movimento, con la ricerca della casa ancora viva" e il ritorno degli investitori che vedono ancora il mattone come "bene rifugio".

Ma, aggiunge Roberto Anedda, vicepresidente del gruppo MutuiOnline, anche le richieste di mutui sono tornate ai livelli pre-Covid, grazie anche ai tassi ai minimi storici, con (dati Assofin) 3,5 miliardi di erogato a maggio e un più 4% di prestiti per l’acquisto. Se la pandemia ha ridotto il numero delle compravendite (-29,2% a 230mila nel primo semestre per Scenari Immobiliari) e non mancano le incognite legate alla perdita di reddito e lavoro, quello che è certo è che il virus non ha avuto, sottolinea Carlo Giordano, ad di Immobiliare.it, particolari ripercussioni sul fronte dei prezzi. "Questo dimostra come i venditori non si siano fatti prendere dal timore di una crisi economica svendendo immediatamente i propri immobili".

Le stime sull’andamento dei prezzi del primo semestre riflettono in generale una stabilità, con Scenari Immobiliari che rileva un -0,4% e Immobiliare.it un +0,6% (+1,7% Milano, -0,1 Firenze, +1,3 Bologna e -1,8% Ancona) con un prezzo medio al metro quadro a giugno di 1.896 euro (3.651 Milano, 3.852 Firenze, 2.904 Bologna e 1.557 Ancona). La pandemia, oltre ad avere avuto effetti sul mercato delle locazioni, con i canoni in calo nel semestre dell’1,6% per la crisi degli affitti brevi e per gli spostamenti da lavoro, ha cambiato anche la richiesta del mercato.

"Si cercano case con terrazzo o giardino – spiega Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari –. Si è disposti anche a comprare in un quartiere periferico pur di avere una stanza in più. Si domandano case cablate e comunque adatte a una condivisione di lavoro e vita quotidiana". Un cambiamento legato ai nuovi stili di vita e di lavoro (smart working) confermato anche nella revisione dei progetti di costruzione di nuove abitazioni che, avverte Giuseppe Crupi, ceo di Abitare Co., società di servizi immobiliari milanese, vedono privilegiare case verdi, domotiche, multi connesse ma anche più grandi con una riduzione, nei nuovi cantieri, del 5% di monolocali e del 10% di bilocali a favore di trilocali (+5%) e quadrilocali (+10%).