Rigopiano, un anno fa la tragedia con 29 vittime

Commemorazione a Farindola. Il presidente Mattarella: "Profonda ferita per il Paese intero"

La commemorazione delle vittime di Rigopiano (Ansa)

La commemorazione delle vittime di Rigopiano (Ansa)

Roma, 18 gennaio 2018 - Sole e cielo azzurro al posto di metri di neve e della tormenta. E' questo lo scenario che oggi, a un anno dalla valanga che distrusse l'hotel Rigopiano e provocato la morte di 29 persone, accoglie la giornata di commemorazione promossa dal Comitato Vittime che riunisce superstiti e familiari delle vittime a Farindola (Pescara).

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La cerimonia si è aperta con la deposizione di una corona davanti l'ingresso di quello che resta del resort. A presiedere la breve e toccante cerimonia è il vescovo della Diocesi Pescara-Penne Monsignor Tommaso Valentinetti che nel corso della benedizione ha detto: "Concedi il riposo eterno ai fratelli e alle sorelle che hanno lasciato la vita terrena. Il sole che splende oggi si é appannato nel cuore di tutti coloro che sono qui. Signore noi ti chiediamo di ridarci ora questo sole e la pace eterna a coloro che non sono più fra noi".

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MATTARELLA - Per il presidente della Repubblica quella tragedia rappresenta una "profonda ferita per la comunità coinvolta e per il Paese intero". In una nota Sergio Mattarella rivolge "un commosso pensiero alle vittime e rinnovare la mia solidale vicinanza ai loro familiari e ai superstiti". "Le angosciose immagini diffuse in quei giorni durante le operazioni di salvataggio, scandite dal repentino susseguirsi, con il passare del tempo, di sentimenti ora di speranza e ora di sconforto - prosegue il Quirinale - sono presenti nel cuore e nella memoria di tutti, così come la straordinaria generosità dei soccorritori, impegnati in attività di particolare complessità e in condizioni di estremo pericolo, a testimonianza dell'autentica solidarietà corale che il popolo italiano riesce a offrire nelle prove più drammatiche". E lunedì prossimo, 22 gennaio, Mattarella e il premier Paolo Gentiloni incontreranno a Roma i familiari delle vittime, secondo quanto si apprende in ambienti del Quirinale e di palazzo Chigi. In 25 gennaio, invece, sarà la volta dell'incontro con Papa Francesco.

VIDEO Volti e storie delle vittime - di Rita Bartolomei

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IL FRATELLO DI UNA DELLE VITTIME - "I nostri morti, le 29 vittime, hanno diritto a che la memoria del loro sacrificio non si perda e soprattutto che non sia stato vano perché tragedie simili non si ripetano più. A questo serve commemorare, non solo a rendere omaggio alle vittime ma anche fare in modo che si possa nel futuro evitare il ripetersi di un fatto simile", racconta l'ex sindaco di Farindola (Pescara), Massimiliano Giancaterino, che nella tragedia ha perso il fratello Alessandro, capo cameriere del resort distrutto dalla valanga. 

Giancaterino è anche tra i 23 indagati nell'inchiesta della Procura di Pescara: "Il fatto che io sia indagato non nasconde il mio dolore per la perdita di mio fratello e di altri amici così come viceversa il fatto di essere fratello di una delle vittime non deve porre in secondo piano la mia veste di persona indagata. Io mi sono rimesso al lavoro della magistratura e aspetto con serenità. Ho fornito loro quelle che sono le mie ragioni. Aspetto che loro assumano le loro determinazioni". "La giustizia - ha proseguito Massimiliano Giancaterino parlando dell'inchiesta - sarà inesorabile. Arriverà alla definizione delle responsabilità. Bisogna soltanto affidarsi al lavoro dei magistrati. Non ho dubbi che si arrivi a definire verità e responsabilità".

"L'auspicio - ha tenuto a sottolineare - è che si continui a parlare della tragedia, affinché si arrivi alla ricostruzione esatta del fatto storico e giudiziario, ma anche affinché si mettano in campo gli accorgimenti utili per evitare il ripetersi di tali tragedie in altri luoghi". "Di mio fratello Alessandro - ha concluso - ho tantissimi ricordi e li porterò nel cuore sempre con me".

IL SOPRAVVISSUTO - "Mi sento miracolato. Non sappiamo cosa abbiamo fatto noi per meritare questo, cosa dovrei fare per ripagare tutto questo bene che mi è venuto addosso", dice invece Giampiero Parete, il cuoco che lanciò l'sos, scampato alla tragedia insieme alla moglie e ai due figli. "Ho vissuto l'ultimo giorno dei 29 angeli. È difficile da dimenticare, sto sempre con il pensiero a loro - aggiunge -. Sono qui perché voglio stare insieme ai parenti delle vittime. Voglio ricordare insieme a loro tutto quel dolore che abbiamo vissuto".