Rigopiano dopo la sentenza: "Per la protesta in aula i parenti rischiano fino a 5 anni"

L'avvocato di Feniello: "Possibile inchiesta d'ufficio per oltraggio. Pena massima più alta di quella stabilita per il sindaco. Pronto a chiedere la perizia psichiatrica"

Pescara, 2 marzo 2023 - La sentenza di Rigopiano e la rabbia delle famiglie. E ora per quella protesta disperata - lacrime, urla, insulti - tra i parenti delle vittime c’è chi può rischiare una condanna fino a 5 anni (oltraggio al magistrato in udienza). Spiega Camillo Graziano, legale di Alessio Feniello, già condannato per un mazzo di fiori: "La polizia giudiziaria che era presente in aula naturalmente è tenuta a fare una relazione all’autorità, cioè alla procura di Pescara. Che invierà gli atti ai colleghi di Campobasso, competente per territorio. Ci sono 10 giorni di tempo, non è detto che l’inchiesta sia già stata aperta".

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"Così Alessio Feniello rischia una seconda condanna"

"Naturalmente dovremo verificare cosa verrà contestato e se verrà contestato qualcosa. Anche perché l'articolo 343 del codice penale parla di oltraggio in udienza. Ma le proteste sono partite dopo la lettura del dispositivo. Quindi davvero non me la sento di dare per scontato che si arrivi ad aprire un procedimento penale nei confronti di queste persone. Si rischierebbero al massimo 5 anni, quasi il doppio della condanna avuta dal sindaco di Farindola, 2 e 8 mesi".

Ma se si verificherà l'ipotesi peggiore?

"Allora sono pronto a chiedere una perizia psichiatrica sul mio cliente. Voglio che il perito nominato dal giudice ci venga a dire se dopo 6 anni, dopo che tuo figlio è morto, dopo che ti hanno detto che era vivo e non era vero, dopo che nessuno ti ha chiesto scusa per questo, dopo un processo lunghissimo, dopo una sentenza che aspettavano come se potesse restituire qualcosa rispetto a una tragedia che in realtà è una condanna a vita per questi genitori... ecco, voglio capire se la lettura di una sentenza che dice in sostanza, vostro figlio è morto perché ha fatto la vacanza sbagliata, possa avere indotto una incapacità temporanea di intendere e di volere. Quindi accecati dalla rabbia per quello che hanno vissuto, questi genitori possono essersela presa con l’istituzione che ha emesso quella sentenza di totale assoluzione".

Il 23 febbraio il giudice ha assolto 25 imputati su 30

"Cadendo il reato più pesante, quello del disastro, praticamente vengono dimezzati i termini di prescrizione. Se in appello si continuerà a escludere il disastro perché il fatto non sussiste, la sentenza sarebbe di non luogo a procedere anche nei confronti dei condannati". 

Questo però non è un esito scontato

"Bisogna aspettare di leggere le motivazioni della sentenza. Anche se temo di avere compreso il ragionamento del giudice, che sicuramente è fondato sulla imprevedibilità della valanga. Se si dice che la valanga era imprevedibile, la conclusione è che le 29 vittime sono state sfortunate, si sono trovate nel posto sbagliato al momento sbagliato".