Mercoledì 11 Dicembre 2024
REDAZIONE CRONACA

Rigopiano, la sentenza della Cassazione rinviata al 3 dicembre

L’hotel sul Gran Sasso travolto da una valanga il 18 gennaio 2017: le vittime furono 29. In Appello i giudici avevano pronunciato 8 condanne e 22 assoluzioni

Roma, 28 novembre 2024 – È stata rinviata al 3 dicembre la sentenza della Cassazione sulla tragedia dell'hotel Rigopiano di Farindola, in provincia di Pescara, travolto da una valanga il 18 gennaio del 2017. Le vittime furono 29. I giudici della sesta sezione, dopo avere ascoltato gli interventi di tutti gli avvocati difensori, hanno deciso di rinviare la decisione alla prossima settimana alla luce della "complessità del processo” e del numero di posizioni da vagliare. Il procedimento arriva al terzo grado di giudizio dopo che in Appello la Corte de L'Aquila aveva pronunciato 8 condanne e 22 assoluzioni.

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I parenti delle vittime dell'hotel Rigopiano davanti alla Cassazione
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Il sostituto procuratore generale della Corte di Cassazione, Giuseppe Riccardi, nella sua requisitoria di mercoledì ha chiesto un appello bis per l'ex prefetto di Pescara, Francesco Provolo, condannato a 1 anno e 8 mesi per rifiuto di atti d'ufficio e falso, per valutare anche le accuse di concorso in omicidio colposo, in lesioni colpose e in depistaggio per le quali è stato assolto in Appello.

Il pg ha poi sollecitato l'annullamento delle assoluzioni nei confronti di sei persone, rappresentanti dell'autorità regionale di Protezione civile dell'Abruzzo, e la conferma delle condanne dei dirigenti della Provincia Paolo D'Incecco e Mauro Di Blasio (entrambi 3 anni e quattro mesi), dell'ex gestore dell'hotel Bruno Di Tommaso (6 mesi), dell’allora sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta, e del tecnico del comune, Enrico Colangeli, (2 anni e otto mesi per entrambi).

Il presidente del Comitato vittime, Gianluca Tada, ha affermato che “il prefetto Provolo era la massima autorità sul territorio, poteva fare qualcosa e non l'ha fatto. Ha fatto un danno non solo al ministero, ma a tutti gli italiani. Siamo stati sempre convinti delle sue responsabilità. La requisitoria del procuratore generale in Cassazione non fa che confermare le nostre convinzioni. Ora, però, c'è la scure della prescrizione. Cerchiamo di salvare il salvabile”.

In piazza Cavour presenti anche i familiari delle vittime che hanno esposto lo striscione ‘Mai più’ e che temono lo spettro della prescrizione per alcune accuse.