Mercoledì 24 Aprile 2024

Rigopiano e la multa per i fiori. "Papà Feniello rischia il carcere"

Il padre di una delle 29 vittime deve pagare una sanzione di 4.550 euro per aver portato fiori nell'area delle macerie, posta sotto sequestro. L'avvocato: "Andremo a processo"

La cerimonia per l'anniversario della tragedia di Rigopiano (Ansa)

La cerimonia per l'anniversario della tragedia di Rigopiano (Ansa)

Rigopiano (Farindola), 19 gennaio 2019 - Un papà di Rigopiano rischia il carcere. Alessio Feniello, che nella strage del 18 gennaio 2017 ha perso il figlio Stefano, 28 anni e un giorno, a maggio ha portato fiori dov’è morto il suo ragazzo, nell’area delle macerie ancora sotto sequestro, fino a pochi mesi fa qui c’erano ancora i ricordi delle 29 vittime. Non ha scavalcato recinzioni e non ha forzato lucchetti ma per la legge ha violato comunque i sigilli. Condanna commutata in sanzione di 4.550 euro, per tutti “la multa al dolore”. Ha fatto parlare il mondo e indignato il popolo del web. “Mi processino pure, non pago”, ha subito dichiarato Feniello. Giusto, non pagare, gli ha ripetuto ieri il ministro Matteo Salvini. Nelle stesse ore il legale della famiglia, Camillo Graziano, ha depositato in procura a Pescara l’opposizione.

Avvocato, quando è arrivato il decreto lei ha dichiarato: il primo condannato di Rigopiano è il papà di una vittima. Ora si va al processo. "L’atto torna alla procura, il pm farà la citazione in giudizio. I tempi? Penso che passerà qualche mese".

Il babbo di Stefano rischia il carcere? "In teoria rischia una condanna alla reclusione. Il reato per cui si procede prevede una pena che va dai sei mesi ai tre anni. Che potrebbe essere sospesa. Quindi la risposta è sì, rischia il carcere".

Condannato in otto mesi. "E non è mai stato sentito. Di questo provvedimento, noi non abbiamo avuto notizia fino all’emissione del decreto penale. Non c’è stato neanche un avviso di garanzia, con la possibilità di chiedere un interrogatorio".

A settembre è stata comunicata l’archiviazione della moglie Maria che quel giorno era con lui. Da legale come si spiega questo trattamento diverso? "Non me lo spiego. La relazione dei carabinieri dice che Alessio è entrato nella zona vietata, dopo aver discusso. Sulla moglie ci sono più dettagli. I militari l'avvisano, non si può entrare. Lei risponde: “Io devo portare i fiori a mio figlio, se mi volete fermare... Vedo che avete la pistola, mi potete pure sparare, tanto io sono già morta”. Parole testuali. Alla fine la fanno passare".

Quel giorno sono al lavoro gli operai per rimuovere le macerie. "Il papà di Stefano ci discute. I carabinieri intervengono e accompagnano marito e moglie a deporre i fiori. Scrivono che i toni si sono tranquillizzati. Alessio dice che quando sono andati via, si sono salutati cordialmente con i militari".

Che quindi erano già lì? "Esattamente, all’ingresso. I controlli erano stati intensificati".

Ad aprile decine di persone erano andate in gita tra le macerie di Rigopiano, selfie e caccia ai ricordi. "La violazione dei sigilli è un reato perseguibile d’ufficio. Esistono foto e video. Quindi mi chiedo: sono stati aperti procedimenti nei confronti di ignoti da identificare attraverso queste fotografie, per l’applicazione anche nei loro confronti di un decreto penale di condanna?".

Questo babbo non deve pagare un euro, ha detto il ministro Salvini. Poteva essere ‘perdonato’? "Ecco il punto. L’articolo 131 bis dice: se un reato rientra nella casistica della tenuità del fatto, si esclude la punibilità. Allora la questione diventa soggettiva. Alessio non è un delinquente abituale. Probabilmente in questi mesi ha dato una certa immagine".

Ha sempre gridato la sua rabbia. Armato di telefonino, in passato ha inseguito negli appuntamenti elettorali l’ex presidente della Regione, cercando inutilmente di parlargli. "Un giorno c’era un muro di poliziotti e carabinieri davanti al palazzetto di Pescara dove interveniva D’Alfonso. Ritengo che Alessio Feniello sia stato punito alla prima occasione. Ma lui non è entrato nell’area sotto sequestro per rubare qualcosa o fare un picnic".