C'è già stata una presidente del Pd senza tessera, ora potrebbe esserci una segretaria “no logo“. Da Valentina Cuppi (la cui campagna per la Camera è finita male) a Elly Schlein che, toh, precedeva proprio Cuppi in lista e ora, con la benedizione di Romano Prodi ed Enrico Letta, potrebbe avere un ruolo di primo piano al congresso del redde rationem. Per Emilia-Romagna (con il governatore Stefano Bonaccini ancora in pole, chissà magari in ticket proprio con la sua vice Schlein, i due non sarebbero intenzionati a scontrarsi; e l’ex ministra Paola De Micheli che ha alzato la mano veloce come nemmeno Usain Bolt ai 100 metri mondiali di Berlino) e Marche (Matteo Ricci, sindaco di Pesaro, è a capo di una forte componente dem) si tratta di una ritrovata centralità politica nazionale. Non è un caso che la provincia di Bologna abbia segnato il miglior risultato nazionale per il Pd e il sindaco Matteo Lepore, insieme con la segretaria Federica Mazzoni, giochi il ruolo di vero grande elettore nella partita. Dove si affrontano, di fatto, un Pd riformista (quello bonacciniano) e proiettato sul campo largo e un Pd laburista (quello leporiano e vicino a Schlein) pronto a colorare una nuova sinistra.
Che Bonaccini abbia bisogno di consolidare proprio quest’ultima area è chiaro e lo si capisce dalla prima uscita ’congressuale’, ovvero quella sulla pillola abortiva: tema identitario (diritti) e di contrapposizione politica (con Giorgia Meloni, pensate alle polemiche anche di Chiara Ferragni sull’aborto). Non è un caso che sui propri social, il governatore abbia chiesto ai propri follower se potrà essere proprio lui l’anti-FdI. Ci sono due modelli, due visioni di Pd e centrosinistra, dunque, che per emergere a livello nazionale dovranno modularsi, sbalzarsi, infine fondersi. Quello che ha premiato il centrodestra e in particolare FdI è stato proprio la granitica visione, la coerenza, una fermezza che non è stata statica, ma ha intercettato i flussi. La partita si gioca qui, sul modello fra i modelli, prima che sulle persone.