Giovedì 25 Aprile 2024

Riforme, primo faccia a faccia Meloni-Schlein. Differenze di merito e di stile

La segretaria del Pd disposta a parlare di sfiducia costruttiva ma non di presidenzialismo: "Il Quirinale non si tocca"

Roma, 10 maggio 2023 – Il Presidente della Repubblica "non si tocca". La segretaria Elly Schlein sancisce così la contrarietà del Pd rispetto a qualunque riforma istituzionale che intervenga sulle prerogative del capo dello stato "nel suo ruolo di garante della Costituzione, della stabilità e la credibilità del paese anche nei momenti difficili". Una funzione "rappresentativa della coesione nazionale" e non solo. Riguardo cui i Dem non sono disponibili a nessun ridimensionamento in favore di "un modello di un uomo o una donna sola al comando", come spiega la leader uscendo dalla biblioteca del presidente di Montecitorio, dove si è svolto il faccia a faccia sulle riforme.

Riforme, faccia a faccia Meloni-Schlein (Ansa)
Riforme, faccia a faccia Meloni-Schlein (Ansa)

Tema che per Schlein non rappresenta comunque "una priorità del paese", rispetto alle emergenze sociali e economiche. Ad avviso del Pd, infatti, qualunque forma di elezione diretta del presidente o del premier finirebbe per snaturare e compromette il ruolo di "garante della democrazia parlamentare" attualmente rivestito dall’inquilino del Quirinale, come spiega il senatore Alessandro Alfieri, presente al colloquio in qualità di responsabile riforme (e incidentalmente della minoranza) del Pd. "Discussione franca e cordiale", riferiscono i partecipanti.

Per quasi due ore Meloni e Schlein hanno discusso sedute una di fronte all’altra mettendo in capo le loro differenze di merito, di metodo e di stile. Come gli appassionati di dress code hanno potuto apprezzare quando si son presentate ai microfoni: tailleur rosso e camicia color crema per la segretaria Pd, giacca nera bordata color crema per la premier, ad accontentare i tifosi della dialettica cromatica. Per il resto, riferisce Alfieri, "il governo è rimasto sul vago". Mentre il Pd ha esposto le proprie proposte sul "rafforzamento della stabilità ma anche della rappresentanza", come anticipato da Schlein al Tg3. A cominciare da modifica della legge elettorale e sfiducia costruttiva.

Ma per far partire un dialogo su basi costruttive, secondo la segretaria Dem occorre che la maggioranza manifesti disponibilità al confronto anche sull’autonomia differenziata: bandiera della Lega già incardinata in parlamento. Circa le reali intenzioni della segretaria, dentro le stesso Pd circolano almeno due interpretazioni. La prima, più scontata, riguarda la ferma opposizione nel caso che il governo proponga una riforma presidenziale. Un terreno utile a ricompattare le opposizioni in difesa della costituzione e delle prerogative del capo dello stato. Come del resto chiedono i partiti minori. Con l’obiettivo – tutt’altro che peregrino, dato il ruolo di garanzia assunto dal Quirinale agli occhi degli italiani – di sconfiggere Meloni all’eventuale referendum confermativo. La seconda interpretazione, più maliziosa, ipotizza che Schlein potrebbe anche essere tentata di sfidare direttamente Meloni in una corsa per Palazzo Chigi con elezione diretta. Per ora si tratta solo di suggestioni.