Riforma pensioni, i più penalizzati. Ecco chi lavorerà altri cinque anni

Gli effetti di Quota 102-104. E senza l’Opzione donna saranno beffate le lavoratrici non ancora sessantenni

Il ministro dell’Economia, Daniele Franco, 68 anni

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Roma, 22 ottobre 2021 - I vertici di Cgil, Cisl e Uil e la Lega di Matteo Salvini sono sul piede di guerra contro la proposta del governo di Quota 102-104 dal 2022 (al posto di Quota 100, ormai archiviata). E, anzi, il leader leghista lancia un appello-invito ai tre capi del sindacato per un fronte e una proposta comuni. In attesa di vedere come finirà la partita aperta sulla previdenza (è di ieri sera l’ipotesi di una transizione più lunga, con Quota 103 fino al 2024), si può dire fin da ora che il pacchetto messo a punto dall’Economia produrrebbe un’altra generazione di "sommersi e salvati", come accadde nel dicembre 2011 con la tagliola della riforma Fornero. I più penalizzati sarebbero i nati nel ’60; i meno colpiti i nati nel ’58, con 37 anni di attività alle spalle. Senza contare che la possibile fine di Opzione donna farebbe saltare i piani delle lavoratrici poco sotto i 60 anni che, sia pure con una consistente penalizzazione, contavano di lasciare il lavoro il prossimo anno.

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Il dossier pensioni, dunque, agita il governo e le parti sociali. E se il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, sollecita i partiti a non assediare Mario Draghi a cominciare da Quota 100, i leader sindacali, la Lega, ma anche la sinistra di Leu non ci stanno ad accettare le soluzioni ipotizzate dal ministro dell’Economia, Daniele Franco.

"È necessario invece instaurare un confronto serio e non intermittente con le parti sociali, serve una riforma complessiva", avvisano Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri: Quota 102, incalzano, è un po’ una presa in giro. "Chiederò un confronto con i segretari confederali dei principali sindacati per avere una proposta unitaria – insiste Salvini – perché il ritorno alla legge Fornero con scaloni dal primo gennaio dopo il Covid non è la soluzione, siamo al lavoro per trovare una soluzione equilibrata".

Pensioni, i sindacati contro quota 102: inutile

Pollice verso dalla stessa sottosegretaria al Mef, Maria Cecilia Guerra (Leu): "I 600 milioni previsti per la previdenza non fanno ben sperare. Le quote creano una deformità di genere molto forte, favoriscono gli uomini rispetto alle donne, richiedono una carriera contributiva lunga e costante, cosa che spesso le donne, dedicate al lavoro di cura e ai figli, non possono avere".

Le lavoratrici, dunque, penalizzate da Quota 100, sarebbero ancora più danneggiate da Quote più elevate. Ma lo sarebbero ulteriormente anche se venisse confermata l’eliminazione di Opzione donna che, sia pure a caro prezzo (meno 25-30% dell’assegno), costituisce comunque una possibilità in più di uscita: a rimanere fuori in quest’ultimo caso le lavoratrici che raggiungono i 58 anni (59 se autonome) con 35 anni di contributi entro il 31 dicembre 2021.

L’eliminazione di Quota 100 dal prossimo anno, sostituita da Quota 102, colpirebbe in maniera significativa e immediata i nati nel 1960 che abbiano cominciato a lavorare nel 1984 o negli anni precedenti: nel 2022 avrebbero potuto andare in pensione con Quota 100 (62 anni di età e 38 di contributi). Ma non potrebbero lasciare il lavoro neanche con Quota 104 nel 2023 (66 anni di età e 38 di contributi): dovrebbero attendere i 67 anni di età o i 42-43 e passa di contributi. Dal lato opposto i nati nel ’58 con 37 anni di contributi a oggi: nel 2022 avrebbero potuto andare in pensione con Quota 100, ma potranno ugualmente andare in pensione con Quota 102 (64 anni di età e 38 di contributi).

In mezzo tutte le altre ipotesi, con maggiori o minori penalizzazioni, ma anche con un paradosso che indica Alberto Brambilla, Presidente del Centro studi e ricerche Itinerari previdenziali, che, pur favorevole a Quota 102, spiega: "Nella proposta del governo c’è un errorino tecnico, laddove si dice che nel 2023 si farà Quota 104. Non va bene, perché se noi dovessimo fare nel 2022 Quota 102 e nel 2023 Quota 104, di fatto è come se rifacessimo la Fornero e per 5 anni non va più in pensione nessuno. Io devo dare almeno 18 mesi per poter consentire a quelli bloccati da Quota 100 a Quota 102 di poter andare in pensione".