Riforma Cartabia, fallisce il blitz di FI e Lega

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Un inaspettato asse tra Forza Italia e Lega (ma non Coraggio Italia) e l’opposizione ha rischiato di mandare in tilt la riforma Cartabia del processo penale prima ancora che si chiuda la delicata mediazione di Draghi. Altro siluro arriva dal Csm che boccia la norma sulla improcedibilità: potrebbero essere "rilevanti e drammatiche" le ricadute pratiche" della norma.

Scampato il pericolo con un voto al cardiopalma in Commissione, rimane l’incognita sia sulla trattativa tra Giuseppe Conte e il governo, sia sui tempi di esame, visto che venerdì il provvedimento dovrebbe arrivare in Aula, anche se in Commissione non è stato votato nemmeno uno dei 400 emendamenti rimasti. Sta di fatto che agli avvertimenti e ai veti dei 5 stelle si è aggiunta la mano pesante di Matteo Salvini che, dicendo sì all’emendamento di FI, ha posto un paletto agli spazi di manovra di Palazzo Chigi. Dopo che il presidente della Camera Fico aveva affermato come gli emendamenti di Forza Italia sull’abuso di ufficio fossero inammissibili per estraneità di materia, il capogruppo azzurro Pierantonio Zanettin aveva avanzato la proposta formale di ampliare il perimetro del ddl di riforma del processo penale ad altri temi.

Ma oltre all’abuso di ufficio ha inserito anche una nuova definizione del pubblico ufficiale, anch’essa presente nel codice penale e non nella procedura. Secondo diversi parlamentari del centrosinistra la richiesta nasconderebbe l’intento di incidere sul processo Ruby ter, in cui l’accusa è di corruzione di testimone, che è un pubblico ufficiale.