Giovedì 18 Aprile 2024

Multata per i rifiuti, ma lei non abita più lì da 23 anni

Il nome in uno scatolone in strada

Piero De Giovanni mostra il verbale della sanzione ricevuta e destinata alla moglie

Piero De Giovanni mostra il verbale della sanzione ricevuta e destinata alla moglie

Imola, 12 dicembre 2014 - Sessanta euro di sanzione per aver lasciato carta e cartoni fuori da un cassonetto, in una giornata diversa da quella prevista per la raccolta differenziata. Peccato che la donna, Lorena Giusti, che ha ricevuto il verbale, non abiti più in quella zona da 23 anni. A segnalare l’accaduto è il marito dell’imolese, Piero De Giovanni che ha affidato ai social network e alla stampa la sua denuncia. «Il verbale è arrivato ieri mattina (mercoledì, ndr) a casa, in via Gherardi e mio figlio ha firmato per la ricezione dell’atto giudiziario – racconta De Giovanni –. A mia moglie contestano di aver abbandonato fuori dai cassonetti (il 17 novembre, ndr) uno scatolone con dei libri in via Bombardini 2, dove effettivamente mia moglie abitava, ma prima di sposarmi, 23 anni fa». Quindi come sono risalite a lei le guardie ecologiche volontarie? «Da quanto abbiamo capito dai primi riscontri, pare che dentro uno dei libri, come segnalibro, ci fosse una vecchia busta paga con il nominativo di mia moglie e il suo vecchio indirizzo – continua –. Ma nessuno di noi ha buttato via quel materiale, tanto più che abbiamo i contenitori della differenziata di fronte a casa, a 10 metri. E nemmeno mia suocera, che ancora sta in via Bombardini, sostiene di aver buttato via dei libri ai quali, invece, siamo molto affezionati». Stando al verbale stilato dalle Gev, «fra i rifiuti sono stati rinvenuti riferimenti cartacei riportanti i seguenti dati: Giusti Lorena via Bombardini 2, 40026 Imola», pertanto «per il tipo di rifiuto e dei dati ritrovati si ritiene che provengano dell’abitazione della signora di cui sopra». Ma la sanzione, poi, è stata recapitata all’indirizzo attuale della donna, distante un chilometro circa da via Bombardini.

«Io la raccolta della carta non la faccio nemmeno con i sacchi per avere qualche centesimo di sconto, ma la butto nei contenitori della differenziata di fronte a casa – racconta –. Non faccio certo più di un chilometro con i cartoni in mano. E’ possibile che in 23 anni i libri di mia moglie siano stati prestati, regalati o andati persi, come possono dire che li ha buttati lei? Ma soprattutto come ci si può permettere di aprire i sacchi dei rifiuti, fotografare il materiale contenuto, magari contenente dati sensibili e comminare multe dai 30 fino ai 180 euro? Dov’è la privacy? Interessa davvero fare la differenziata in questa città o interessa altro? Farò ricorso, andrò fino in fondo, non per i 60 euro ma perché non sopporto i soprusi».

«Non abbiamo il gusto di fare le multe tanto per farle – replica Aldo Gardi, coordinatore delle Gev imolesi –, siamo tutti volontari e crediamo in una città decorosa. Di queste contestazioni ce ne sono sempre e i cittadini hanno 30 giorni di tempo per presentare ricorso al sindaco. E’ un procedimento amministrativo interno, non tramite giudice di pace. La liceità dei nostri controlli è sancita dall’articolo 13 della legge 689 del 1981. Su ogni verbale che presentiamo, la polizia municipale fa poi una verifica anagrafica per stabilire la vicinanza con il posto in esame e non c’è privacy sui rifiuti abbandonati fuori da strutture chiuse».