Rientro a scuola, i sindacati accusano le Regioni

"Impossibile garantire il 75% di lezioni in presenza se non si organizzano gli autobus". Azzolina in pressing per la riapertura il 7 gennaio

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Se la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina continua a ripetere che "gli studenti delle scuole superiori hanno il diritto di tornare in classe" e Italia Viva con il capogruppo Gabriele Toccafondi sostiene che "dopo altri 100 giorni di chiusura, il 7 gennaio le scuole vanno riaperte" (e chiede al Comitato tecnico scientifico di chiarirsi innanzitutto al proprio interno "prima di dichiarare"), non tutti sono convinti che la scuola possa e debba riaprire dopo le vacanze di Natale. Anzi, stando ad alcune ipotesi che circolano in queste ore, le lezioni potrebbero addirittura finire il 19 dicembre invece del 22, come prevede il calendario di gran parte delle regioni italiane. Regioni e Governo torneranno a parlarne oggi, quando è prevista una seduta della Conferenza delle Regioni e poi la Stato Regioni e l’Unificata.

I nodi sono sempre gli stessi: da un lato i trasporti, dall’altro tamponi e test rapidi. I tavoli coordinati dai prefetti sul trasporto locale sono già partiti, alcuni stanno portando risultati, altri, soprattutto nelle grandi città, incontrano maggiori difficoltà. Il ministero dell’Istruzione, dal canto suo, ha chiesto una corsia preferenziale per i tamponi nelle scuole mentre la responsabile scuola del Pd Camilla Sgambato auspica mezzi pubblici dedicati solo per gli alunni.

Intanto la Cisl scuola scende in campo in modo netto: con il problema irrisolto dei trasporti, è impossibile riportare il 75% dei ragazzi in aula il 7 gennaio, ragiona la segretaria Maddalena Gissi. Si pensa di chiudere le scuole o di non riaprirle il 7 gennaio "perché è la via più semplice e perché non sono stati risolti i problemi che dovevano essere affrontati. La verità è che siamo di fronte all’ennesimo fallimento del sistema Paese sulla scuola. Non è stato fatto nulla in questi mesi: le prime responsabilità sono delle Regioni. A fare le spese della terza ondata è sempre la scuola", attacca il segretario della Flc Cgil, Francesco Sinopoli. Sulle stesse posizioni anche Pino Turi della Uil scuola. I governatori della Lega sottolineano che "la riapertura del 7 gennaio sarà impossibile senza investimenti mirati su traporto pubblico ed edifici" mentre Paola Salomoni, assessore regionale alla Scuola in Emilia-Romagna chiarisce che "vogliamo che la scuola riapra il 7 gennaio con lezioni in presenza, nel pieno rispetto delle condizioni di sicurezza e stiamo lavorando per questo".

Gli studenti chiedono di tornare in classe. "Vogliamo ricominciare a vivere le nostre scuole, siamo stanchi di un rientro fatto solo di slogan e futili promesse. Senza una mobilità pubblica efficiente e sicura è impossibile rientrare in sicurezza", dice la Rete degli studenti, che oggi ha organizzato a Roma una mobilitazione che culminerà con un flash mob a Termini.