Ricolfi: "Modello italiano ha portato morti e crisi. Bonus e ristori? Idea parassitaria"

Covid, l'atto di accusa del prof Ricolfi: "La gestione della pandemia è stata fallimentare. La Cina è ripartita subito, il declino europeo è irreversibile"

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Classe 1950, sociologo, docente di Analisi dei dati, presidente e responsabile scientifico della Fondazione Hume, Luca Ricolfi lancia, dati alla mano, un durissimo atto d’accusa contro la gestione della pandemia: un’evidente prova di malgoverno.

Professore, nel suo ultimo saggio per La nave di Teseo (La notte delle ninfee), lei si ’sorprende della sorpresa’ di molti per la ripresa della pandemia. Perché era prevedibile?

"Perché aveva già rialzato la testa a giugno, e poi con assoluta evidenza a settembre, senza che il governo – impegnato a lodare il “modello italiano” – facesse nulla per predisporre le condizioni della riapertura post-vacanze. E questo nonostante tali condizioni fossero note: tamponi di massa, aumento del personale addetto al contact tracing, Covid-hotel, rafforzamento del trasporto pubblico, riorganizzazione della medicina territoriale, solo per citarne alcune".

Di fronte a questi dati, Conte dovrebbe fare le valigie al di là delle alchimie politiche?

"Conte ha gestito l’epidemia di testa sua, ascoltando solo gli esperti di nomina politica, e ignorando ogni parere contrario, per quanto supportato da dati e analisi. Io non so se dovrebbe fare le valigie, perché non escludo che si possa fare ancora peggio di lui. Dopotutto, sulla gestione dell’epidemia, le critiche più severe sono venute da forze politiche (Lega e Italia Viva, soprattutto) che difendevano una linea ancora più imprudente della sua. L’unica cosa che mi sento di dire è che Conte dovrebbe almeno chiedere scusa, perché la sua gestione ci è costata decine di migliaia di morti non necessari, oltreché decine di miliardi di Pil".

Spieghi il perché della citazione di Christa Wolf, scrittrice tedesca: "Durante la guerra si pensa solo come andrà a finire. E si rimanda a vita". Vuole significare che si sono saltati dei passaggi ‘salvifici’?

"No, non era questo che avevo in mente. Premesse a Cassandra, da cui è tratta la citazione, è una struggente ricostruzione della caduta di Troia sotto la furia distruttrice dei Greci. Io penso che quel che l’Europa sta vivendo sia l’inizio di una caduta malinconica e definitiva, come lo fu quella di Troia. Con un ulteriore parallelismo: gli errori dell’establishment troiano, da Priamo ai suoi consiglieri e cortigiani, diedero un contributo decisivo alla rovina della città".

Lei parla di Europa in crisi: quale possibile riscatto? Oppure la fine di una certa idea di Europa è definitiva?

"Direi che è definitiva, anche se ci metteremo anni per prenderne atto. Nel libro spiego che l’ideologia europea, con i suoi grandi totem – Oms, circolazione delle persone, privacy – è stata un prezioso alleato del virus".

E il piano dei vaccini?

"Molto vago: mancano risposte a domande fondamentali, come la fattibilità di una vaccinazione di massa senza un coinvolgimento del settore privato. Se l’obiettivo è quello dichiarato (l’80% di vaccinati entro settembre-ottobre) non ci siamo assolutamente, purtroppo. Vacciniamo mezzo milione di persone la settimana, ma dovremmo vaccinarne 2 milioni. Inoltre manca un vaccino per gli under-16. Di questo passo l’obiettivo di una prima vaccinazione per tutti si raggiungerà a fine 2023, ovvero nella prossima legislatura".

La Cina è stata la prima a rialzarsi: il suo modello può essere di esempio per altri Paesi?

"Sinceramente, quando è scoppiata la pandemia, non pensavo che ne sarebbero usciti così presto. Quanto a considerarli un esempio mi pare improponibile, perché la Cina è una dittatura e l’Italia no (per ora). I modelli cui guardare sono Nuova Zelanda, Australia, Corea del Sud, Giappone, Norvegia, Finlandia, Danimarca, tutte democrazie che hanno evitato la seconda ondata, spesso anche la prima".

Il governo ha risposto alla crisi con bonus e Ristori...

"L’ampliamento della cassa integrazione è stato giusto (incapacità di erogazione a parte). I bonus, invece, sono stati per lo più uno sperpero di denaro pubblico che poteva essere usato molto meglio. Quanto ai Ristori, parola orribile, sono stati offensivi, umilianti e mal concepiti. Ma perfettamente coerenti con la visione dei 5 Stelle, che stanno trasformando l’Italia in una società parassita di massa".