
"È una delle poche cose su cui tutti, ma proprio tutti, i sindaci hanno raggiunto l’unanimità...". Matteo Ricci, sindaco di Pesaro e presidente di Ali (Autonomie locali italiane) sottolinea come il prolungamento dei mandati sia una prospettiva assai gradita ai primi cittadini italiani.
Perché fermarsi a soli tre mandati e non dare il via libera a un tempo indefinito?
"Dobbiamo essere pragmatici. Già incontriamo resistenze al numero tre, figuriamoci se fossero di più. Una semplice questione di buon senso, insomma".
Il limite di due è antistorico?
"L’elezione diretta attribuisce poteri veri al sindaco e quindi si pensava che potesse attaccarsi troppo alla poltrona, per usare un linguaggio un po’ così. Ma l’altra faccia della medaglia è che, ad esempio, in tempi come questi, in tempi di Pnrr, in tempi in cui la messa a terra delle risorse è fondamentale, sarebbe utile portare a termine il lavoro. Forse gioverebbe un po’ di continuità, se gli elettori lo riterranno".
Fare il sindaco dà potere e...
"Altolà! Capisco dove vuole arrivare, ma non ci casco. Non mi stancherò mai di ripetere che fare il sindaco è faticosissimo. Lavori dalla mattina alla sera su cose concrete, non puoi promettere e poi non mantenere. Ne va del futuro della città che amministri. Il dato vero è che non puoi, e non devi, sbagliare. La gente si aspetta molto dai sindaci. Continui a governare solo se hai fatto bene, altrimenti gli elettori cambiano".
L’unica forza che ha detto un sì certo ai tre mandati è la Lega.
"Sì, il loro leader Salvini si è espresso in questa direzione".
E la premier Giorgia Meloni?
"Solo voci di corridoio, ma mi dicono che invece lei sarebbe contraria. Però ripeto: sono sussurri di Palazzo, non grida".
E la segretaria del Pd Schlein?
"All’inizio era contrarissima. Ora è più aperta. Ci siamo riuniti con lei mi è parsa più disponibile. Cercheremo di convincerla".
In Europa che situazione c’è?
"Non ci sono limiti. Solo il Portogallo ne ha tre di mandati. Se passa la riforma, faremo come loro. Sarebbe già un passo avanti...".
Però per deputati, senatori, consiglieri regionali...
"...non esiste alcuna barriera. C’è chi è in Parlamento da decenni e nessuno si straccia le vesti. E allora perché non mettere un limite anche a loro?".
Volete il terzo mandato per attaccamento alla poltrona?
(ride divertito) "Ma figuriamoci. Fare il sindaco è uno dei compiti più gravosi che esistano. Enormi problemi pratici, pochi svolazzi politologici. C’è il rischio di non portare a termine un impegno dopo che ti sei ammazzato di lavoro coi cittadini che guardano e giudicano (giustamente) quello che hai fatto e, soprattutto, quello che non hai fatto".
Il Pd gode di buona salute?
"Si sta rimettendo in carreggiata dopo la batosta di un anno fa. Lavoriamo sodo e i risultati arriveranno, magari alle elezioni europee dell’anno prossimo. Voglio un partito davvero a vocazione maggioritaria che rappresenti i più deboli, il lavoro e chi rischia per crearlo. Un partito che punti al 25% e al tempo stesso costruisca alleanze larghe".
Quali alleanze?
"E lo chiede a uno che, fin dall’inizio, ha fatto entrare il Movimento 5 Stelle in giunta a Pesaro?".
Domanda che ha la risposta...
"Faccia lei... senza alleanza larga si perde".
Francesco Ghidetti