"Riapriamo gli hub per le terze dosi". Miozzo: lotta ai No Vax sui social

La ricetta dell’ex coordinatore del Cts. Figliuolo e Speranza in pressing sulle Regioni: "Basta ritardi"

Agostino Miozzo fino al marzo scorso ha coordinato il Cts

Agostino Miozzo fino al marzo scorso ha coordinato il Cts

Quanto sta avvenendo in alcuni Paesi europei, con "la cosiddetta ‘pandemia dei non vaccinati’" indica "con forza la necessità d’incrementare il ritmo di somministrazione delle terze dosi" e di "proseguire col completamento dei cicli primari". A scriverlo, in una circolare diretta alle Regioni, è il commissario straordinario all’emergenza, Francesco Figliuolo. Al generale fa eco il ministro della Salute, Roberto Speranza, per il quale i numeri della pandemia in Italia "sono in questo momento più bassi degli altri Paesi Ue", ma "dobbiamo accelerare sulla terza dose che è un pezzo fondamentale della nostra strategia". Mentre l’Oms lancia l’allarme per l’Europa ("Rischia un altro mezzo milione di morti entro febbraio"), la consapevolezza è che cambiare passo è d’obbligo: ora solo un terzo della platea target del secondo richiamo (immunodepressi, Rsa, over 80, sanitari e over 60) è coperta con l’ulteriore dose. La riapertura degli hub diventa la conditio sine qua non per metter al sicuro il prima possibile le categorie più esposte al Covid-19.

Il bollettino Coronavirus del 5 novembre

Dimezzati da giugno a ottobre, i mega centri per la profilassi vengono invocati anche da una voce autorevole come quella di Agostino Miozzo, fino allo scorso marzo coordinatore del Comitato tecnico scientifico. "Se vogliamo immunizzare tutti i 20 milioni d’italiani over 60 che da qui alla fine dell’anno si stima debbano ricevere il booster, trascorsi i sei mesi dalla seconda iniezione – è la premessa del medico fra gli artefici del buon successo della prima campagna vaccinale –, credo che a breve sarà inevitabile riattivare almeno buona parte di quel centinaio di hub dismessi".

C’è da chiedersi, dottore, perché le Regioni gli abbiano chiusi così presto visto che da inizio estate si parla della necessità di ricorrere a una terza dose.

"Vi era l’esigenza, più che comprensibile, di un contenimento dei costi alla luce di un minor impiego di queste strutture. Si è voluto puntare piuttosto sulla medicina territoriale e sulle farmacie per questa seconda campagna di profilassi".

Altri tempi, ora dobbiamo correre: ha visto gli ultimi dati di Gimbe su una progressiva erosione, anche per gli over 60, della copertura vaccinale dal rischio di contrarre una malattia grave?

"Sì, ma parliamo pur sempre di una protezione attorno al 90%. Detto ciò, il booster è fondamentale, i medici di base e i farmacisti devono fare la loro parte, anche se oggi da soli non possono farcela. C’è l’urgenza di tornare a girare attorno al mezzo milione d’iniezioni giornaliere".

Solo il 28,3% degli over 60 ha ricevuto la somministrazione addizionale. Colpa delle Regioni o manca un coordinamento efficace da parte della struttura commissariale?

"Né l’uno, né l’altro. Anzi finalmente gli enti locali hanno una sola voce pro vaccini. Il commissario straordinario sta esercitando un’ottima azione di coordinamento. A questa aggiungerei, però, un’azione efficace di bonifica dei social dove si annida l’ideologia No Vax che si alimenta di cialtronaggine e fake news. Bisogna investire molto di più sul versante della comunicazione che fin da subito si è rivelato il tallone d’Achille dell’intera campagna vaccinale".

Dal caso AstraZeneca alla querelle sulla seconda dose Johnson&Johnson: come istituzioni non vi siete fatti mancare nulla.

"È vero, non abbiamo brillato in chiarezza comunicativa. Resta il fatto che questa è una nuova malattia che stiamo conoscendo giorno dopo giorno. Non ne sapevamo praticamente nulla".

Questa confusione ci ha esposti alla retorica No Vax. Serve maggior severità da parte degli Ordini dei medici nei confronti dei loro iscritti ’scettici’ sulla profilassi?

"Da tempo invoco la radiazione per questi sanitari così come mi aspetterei un duro richiamo da parte della Santa Sede verso quei prelati, che, nonostante il monito del Papa sul dovere etico di vaccinarsi, propinano scempiaggini degne di un Tso. La massaia di provincia è questa semplice, diretta e spregiudicata narrazione su microchip ed embrioni nei vaccini che ascolta, mica altro".

Come li recuperiamo i quasi 3 milioni di over 50 senza alcuna dose?

"Solo quando, complice l’inverno, i morti torneranno a salire anche da noi, pur se non ai livelli di Germania e Inghilterra che hanno meno vaccinati, tanti di loro si sottoporranno alla vaccinazione. È triste dirlo, ma è così".