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La pressione intorno al Palazzo comincia a farsi sentire. Nonostante il divieto della questura, oggi arriveranno nella capitale i ristoratori di "IoApro" per protestare davanti a Montecitorio. Sarà un caso, ma nelle ore in cui l’Italia si colora di arancione, si moltiplicano le voci di chi vorrebbe accelerare le ripartenze. Anche dentro la maggioranza, anche dentro il governo. Dove c’è chi preme per una riunione con Draghi dei capi delegazione in cdm (la cosiddetta cabina di regia) in settimana per valutare la possibilità di permettere la ripresa di alcuni settori prima della fine di aprile nelle regioni con numeri da zona gialla come ad esempio Lazio, Veneto, Marche o Molise. Tentati, ma con molto giudizio, sono il presidente del Consiglio e il ministro Speranza. Impegnati a chiarire che, nonostante la richiesta di massa e ’cronoprogrammi’ che circolano sotto banco, nulla ancora è detto. "Serve gradualità: il caso della Sardegna, passata dal bianco al rosso, lo insegna: non si devono bruciare le tappe. La variante inglese corre molto veloce", sottolinea il titolare della Salute in tivù da Fazio. Zona arancione aprile: quante persone in macchina Zona arancione: le regole da lunedì 12 aprile Coronaviurs: ecco dove ci si contagia / La guida Ci sono, però, sul tavolo progetti e persino agende. Oggi il ministro della cultura, Franceschini, incontra gli esperti del Cts per discutere con loro dei criteri di riapertura di cinema e teatri (mascherina Ffp2, tampone effettuato nelle 48 ore precedenti, distanziamento) nonché mostre e musei (percorso obbligatori, visite a tempo), naturalmente privilegiando le prenotazioni online. Insieme ai luoghi di cultura, gli esercizi pubblici dovrebbero essere i primi a ripartire, come conferma il sottosegretario alla Salute, Sileri: "Torneranno i colori; maggio è il mese della programmazione delle ripartenze. Si comincia con le scuole, ma cinema, teatri è possibile riaprirli subito. ...
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