Giovedì 18 Aprile 2024

Riabilitata la suora di gay e trans Papa Francesco si schiera con lei

di Nina Fabrizio

"Non hai avuto paura della ‘vicinanza’ e ‘avvicinandoti’ lo hai fatto ‘sentendo il dolore’ e senza condannare nessuno ma con la ‘tenerezza’ di una sorella e di una madre". Papa Francesco con una lettera personale non solo riabilita suor Jeannine Gramick, una vita trascorsa a favore dei cattolici Lgbt ma, allo stesso tempo, riserva una nuova scudisciata al fronte conservatore dell’episcopato americano dalle cui fila erano venute, negli anni, proprio le censure e le opposizioni all’operato di suor Jeannine.

Suor Gramick, delle suore di Loreto ai piedi della Croce, è la co-fondatrice del Ministero delle Nuove vie dell’apostolato cattolico e insieme a padre Robert Nugent della società di San Patrizio, per 50 anni ha portato avanti insegnamenti e riflessioni con l’obiettivo di educare i cattolici alla scienza, alla sociologia e alla teologia dell’omosessualità secondo un modello di chiesa ispirata all’accoglienza delle diversità in maniera quasi ante litteram rispetto al pontificato di Francesco. L’attività di suor Jeannine, nata a Philadelphia in una famiglia di cattolici polacchi, ha innescato una sequela di malumori tanto da provocare le pressioni di diversi vescovi statunitensi che ne hanno chiesto la rimozione.

La questione era arrivata fino al giudizio della Congregazione della Dottrina della Fede che dopo un’indagine di 11 anni ha emesso le sue conclusioni in una notifica che bandiva i due da qualsiasi attività pastorale legata alle persone Lgbt. L’ex Sant’Uffizio, come ha rivelato la rivista dei Gesuiti America, schierata a fianco delle aperture di Francesco, motivava le sue decisioni affermando che le presentazioni sull’omosessualità di suor Gramick e padre Nugent non rappresentavano accuratamente "il male intrinseco degli atti omosessuali e il disordine oggettivo dell’inclinazione omosessuale". Di tutt’altro avviso papa Francesco che all’inizio dell’anno ha inviato alle “Nuove vie dell’apostolato” due lettere lodandone il servizio. Bergoglio riconosce quanto la religiosa "ha sofferto" e la descrive come "una donna valorosa che prende le sue decisioni in preghiera". Con buona pace di chi, agli albori del cammino sinodale, vorrebbe tenere il mondo Lgbt lontano dalle sacrestie.