Renzi soddisfatto, guarda già oltre Conte "Per palazzo Chigi ci sono anche altri nomi"

Iv lascia aperta la porta della trattativa, ma gli spazi per un "Conte ter" sono ristretti. Ipotesi di un governo istituzionale (Cartabia) o Franceschini

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di Ettore Maria Colombo

"Penso – dice ai suoi Matteo Renzi, alla fine della conferenza stampa in cui annuncia il ritiro della delegazione ministeriale di Iv dal governo Conte due, da ieri sera in piena crisi – che un Conte ter non sia più possibile, a questo punto. Ma mai dire mai. Vedremo se sarà possibile ricostruire una nuova maggioranza nel perimetro di questa uscente oppure se sarà possibile allargarla, con altri partiti (e qui pensa a Forza Italia, ndr) per altre forme di governo, come un governo istituzionale che ci traghetti fino al 2023".

I suoi, invece, si spingono oltre: "Il Conte ter è morto e sepolto, lo ha ucciso Conte che si è suicidato pensando di asfaltarci. Il Colle gli ha stoppato la caccia ai Responsabili. L’ipotesi più plausibile, per noi, è un governo tecnico-istituzionali che, guidato da nomi come Cartabia o altri, traghetti il Paese oltre la pandemia e alla scadenza naturale della legislatura. Il voto anticipato non esiste. Arriverà la terza ondata e non si terranno neppure le amministrative, a maggio. Governi a guida Pd e con la stessa maggioranza attuale sono possibili, ma difficili da realizzare. In ogni caso, decide Mattarella, ma se Berlusconi ci sta, e ci può stare, si possono trovare nuove e inedite maggioranze. Conte? Si è bruciato da solo. Nessuno più, alle consultazioni, farà il suo nome e amen".

Come a voler riprendere il filo dei ragionamenti off record, Renzi, in conferenza stampa – che si tiene nell’auletta dei gruppi parlamentari, che è enorme, ma strapiena di cronisti – ribadisce il punto con ‘ripassino’ di diritto costituzionale: "Dimissioni formali del premier, consultazioni, esame delle soluzioni da parte dei partiti e da oggi al vaglio del Colle. Noi non mettiamo veti sui nomi. I nomi possono essere tanti (pare che pensi alla Cartabia, ma anche a Franceschini, ndr). Abbiamo chiesto una crisi di governo formale perché noi rispettiamo le regole e le liturgie della democrazia". "Quali altri governi sono possibili? – risponde, incalzato da tante domande dei giornalisti –. Molti e diversi tra loro: la sola cosa certa è che non si andrà a elezioni anticipate. Se poi Conte troverà i Responsabili per governare senza di noi, auguri, noi passiamo all’opposizione. Io sui miei ci metto la mano sul fuoco, ma non ne dispongo: sono persone libere". "Una cosa è sicura – conclude – ora ‘il re è nudo’, abbiamo fatto saltare i giochi di Palazzo perché amiamo così tanto la democrazia e le sue regole, forme e prassi, che abbiamo aperto una crisi di governo anche durante una pandemia. Ora la palla passa al Colle, che rispetto profondamente, a partire dal suo splendido appello a essere ‘costruttori’. Noi lo siamo e, in Parlamento, garantiamo i nostri voti a tutti i provvedimenti che il governo, credo dimissionario, porterà dal dl Ristori allo scostamento di bilancio ai dl anti-Covid fino al Recovery Plan". Poi, però, Renzi, per stemperare la tensione, racconta ai suoi anche il ‘dietro le quinte’: "Ho subito tante pressioni, e fortissime, non era facile resistere. Diciamo la verità: abbiamo fatto un capolavoro!", esulta.

Il ‘Grande Annuncio’ si materializza mentre a Roma è buio e fa un freddo cane. Renzi è un abile giocatore di poker, ma da giorni spiegava che, asso in mano, non stava bluffando. Il Colle, il Pd, lo stesso Conte, che fino a poche ore prima pensano ancora al bluff, restano basiti. Renzi arriva teso (la Fiorentina ha pure perso) e in ritardo: dietro di lui le ministre Bonetti e Bellanova, il gotha di Iv (Boschi, Faraone, Rosato), sparsi sugli spalti i fedelissimi pasdaran (Giachetti, Migliore, Nobili, Marattin, Paita, e pochi altri). L’annuncio del ritiro delle ministre, che a loro volta parlano per difendere la loro scelta, è arrivato a Conte via lettera. Da oggi Renzi avrà mani libere per fare governi ‘diversi’.