Renzi silura Zan: via l’identità di genere

La proposta di mediazione di Iv ricalca le richieste dei moderati di FI. Ma fa infuriare il Pd: inaccettabile

Una manifestazione Lgbt

Una manifestazione Lgbt

Via il concetto di "identità di genere" dal ddl Zan: è il punto principale della mediazione lanciata da Italia Viva sul passaggio sollecitato dal ministro Mara Carfagna, leader dell’ala liberal di Forza Italia. Una mediazione che, oltre a sconfessare quanto già votato alla Camera dagli stessi renziani, manda su tutte le furie i democratici, "disposti a trattare ma non a qualsiasi mediazione", spiega il relatore del ddl, Alessandro Zan.

Le proposte di Iv sono contenute in alcuni emendamenti presentati dal capogruppo in Senato, Davide Faraone, e dal capogruppo in Commissione Giustizia, Giuseppe Cucca, che invitano a tornare al testo del ddl Scalfarotto, uno dei 5 ddl di partenza presentati alla Camera. Nel cosiddetto ddl Zan approvato alla Camera (governo giallo-rosso) ma ora bloccato al Senato, la formula prevede di punire i reati di odio fondati su "sesso, genere, orientamento sessuale e identità di genere", e viene premesso un primo articolo, in cui essi vengono definiti.

L’identità di genere, tuttavia, è un concetto contestato da femministe e alcune associazioni gay, come Arcilesbica e Equality, che hanno chiesto di espungerlo. Ma anche la destra cattolica lo contrasta sostenendo che evoca la cosiddetta teoria gender. L’emendamento di Iv cancella i quattro termini del ddl Zan e torna al ddl Scalfarotto, laddove si dice di punire i reati d’odio motivati da "omofobia e transfobia". I renziani intervengono poi sull’articolo 7, in cui si parla delle iniziative da tenere nelle scuole in occasione della Giornata nazionale contro l’omofobia e la transfobia. Queste dovranno rispettare "l’autonomia scolastica" dei singoli istituti. Infine, Faraone e Cucca propongono di eliminare l’articolo 4, con la clausola salva-idee, perché già la Costituzione tutela la libertà di opinione.

Proposte che piaceranno all’ala liberal di FI (Carfagna aveva invitato a portare avanti una legge contro l’omo e la transfobia, eliminando però "gli elementi divisivi come l’identità di genere"), ma vanno di traverso a Monica Cirinnà, che attacca a testa bassa, sottolineando che i renziani avevano già votato quei passaggi alla Camera: "Renzi e Faraone gettano la maschera e, in un colpo solo, delegittimano la loro ministra Elena Bonetti, le deputate e i deputati di Iv e la stessa Lucia Annibali, prima firmataria dell’emendamento che introdusse l’articolo 1, che ora Iv vorrebbe sopprimere".

Zan ha, a sua volta, manifestato stupore "per un ostruzionismo che non ha eguali in Europa", annunciando che il Pd è pronto al dialogo ma non "a qualsiasi mediazione, perché stiamo parlando di diritti umani".