Martedì 16 Aprile 2024

I cacciatori di tesori. Viaggio nei tre relitti sommersi più misteriosi d'Italia

Dalla Sicilia alla Toscana a Ponza: storie di guerra e casse d'oro. Dalle testimonianze alle carte nautiche: "Anni di ricerche e tanta passione"

Roma, 4 giugno 2022 - Relitti sommersi e tesori nascosti, un patrimonio mondiale inestimabile. Per l’Unesco sono 3 milioni gli scafi sul fondale degli abissi di tutto il mondo. Galeoni carichi d’oro ma anche reperti storici straordinari. In Italia la Soprintendenza nazionale del patrimonio culturale subacqueo l’anno scorso calcolava 1.000 siti censiti dal ministero. Ma il numero totale di queste meraviglie è molto più alto. Navi fantasma e navi da guerra, navi cargo e piroscafi, ecco tre relitti italiani tra i più misteriosi.

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La Spy story dell’Ancona

Il sito del ministero della difesa lo descrive così: “Domenica 7 novembre 1915, in tarda mattinata il sommergibile germanico U38 battente bandiera austroungarica in agguato a Ponente della Sicilia affonda a cannonate il piroscafo Ancona diretto a New York”.  È una strage, le vittime sono 206, tra loro donne e bambini. Nel conto dei morti anche 25 cittadini statunitensi. Ma se gli emigranti cercavano fortuna in America, una fortuna vera viaggiava con loro senza che lo sapessero. Sì, a bordo c’era qualcosa di molto prezioso, qualcosa che fa di questa storia un intrigo internazionale: 12 casse di sovrane d’oro, poco meno di 60 milioni di euro al valore d’oggi. Le hanno cercate i cacciatori di tesori e c’è stata anche una disputa internazionale tra Italia e Usa. Ma i forzieri sono ancora in fondo al mare. E c’è chi a questa storia ha dedicato un libro, titolo più che eloquente, ‘Il tesoro degli abissi’.  Ma cosa ci facevano quelle casse d’oro a bordo? Sempre facendo parlare il ministero della Difesa, “secondo le due versioni più accreditate" quel carico "serviva per la partecipazione italiana all’esposizione di San Francisco o per pagare agli U.S.A. forniture militari occultate perché in disaccordo con gli accordi di neutralità”. I giornalisti investigativi propendono per la seconda versione. Il giallo continua.

Relitti e misteri, nelle acque di Ponza
Relitti e misteri, nelle acque di Ponza

Ponza e la storia del soldato James

Fascino e una buona dose di mistero anche nella storia della nave Usa LST349. Servì anche per lo sbarco in Sicilia, affondò nel febbraio 1944 davanti all’isola di Ponza. Il nemico? Una terribile tempesta che non le dette scampo.  Tra i pezzi di storia recuperati anche la targhetta di un soldato Usa, si chiamava James E. Calvert.  Perché la nave, divisa in due tronconi, è da sempre meta di sub appassionati. Come Giorgio Michele Anastasia, 51 anni, la prima immersione a 8.  Quando affondò, l'LST349 era usata per trasportare uomini mezzi e rifornimenti. Ma come provocò  la sua fine? Ordini sbagliati? Negligenze? Le risposte restano in fondo al mare come il relitto.  Per Anastasia, istruttore di diving, quel percorso ormai è familiare, “si può entrare nello scafo, c’è una scala per salire, si vanno a visitare le mitragliatrici". E intanto non rinuncia ad altre imprese. “Da sei anni - racconta - sto cercando relitti nella mia zona, a Latina. Sempre della seconda Guerra mondiale, segnalati sulle carte nautiche, mai trovati”. Perché ogni volta è così: si parte dalle storie, dalle testimonianze. Poi s'incrociano con i documenti. Ma ci vogliono tanto tempo (e passione). "Ho scoperto un relitto davanti al castello di Torre Astura, sul lungomare di Latina". Poi, ridendo risponde alla domanda fatidica: "Se ho mai trovato un tesoro? No, altrimenti non sarei qui”.

Andrea Bada con Francesco Pampana: insieme hanno trovato il relitto al largo di Piombino
Andrea Bada con Francesco Pampana: insieme hanno trovato il relitto al largo di Piombino

Nei fondali di Piombino la nave dei Mille?

Tra i misteri inabissati nei fondali d'Italia c'è anche l'ultima impresa di Andrea Bada, cacciatore di relitti di Arenzano. Una nave ottocentesca ritrovata al largo di Piombino “che potrebbe essere quella di Ippolito Nievo, della spedizione dei Mille. Sono in corso verifiche con la Soprintendenza”. C’è chi ha pensato di aver già individuato quel piroscafo nel sud Italia, nel 2020, “ma in quel caso - osserva Bada - è stata trovata solo una caldaia. Noi, invece, abbiamo trovato una nave straordinariamente conservata. Corrisponde per dimensioni, forma dello scafo, a quelle della spedizione dei Mille”. Si dice che trasportasse anche documenti molto importanti. Intanto Bada ha una certezza: “Mai visto o sentito di un ritrovamento di un piroscafo del genere, a ruote, così integro nel mare. Unico caso analogo, neanche tanto distante, Polluce, la famosa nave dell'oro".  Trasportava un carico di smeraldi, diamanti e monete. Non a caso l'hanno ribattezzata l'oro dell'Elba.