Martedì 16 Aprile 2024

Regioni e Lega: "Ristoranti aperti la sera" Ma il Cts gela Draghi, nessuna concessione

Il premier incontra i tecnici. Per decidere si apettano i dati del fine settimana. Miozzo ribadisce la linea del massimo rigore. Il governo punta a superare i Dpcm e a coinvolgere il parlamento nelle decisioni. Salvini e Bonaccini: "Dove si può, torni la normalità"

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di Giovanni Rossi

Palestre, piscine, cinema, teatri, piste da sci, sale giochi da non riaprire. Estensione delle attività di bar e ristoranti da valutare con cautela. Convocato a Palazzo Chigi con 11 giorni di anticipo sulla scadenza dell’attuale Dpcm, il coordinatore del Cts Agostino Miozzo – spalleggiato dal presidente dell’Iss Silvio Brusaferro e dal presidente del Css Franco Locatelli – consegna al presidente del Consiglio Mario Draghi numeri ispirati "alla massima prudenza", anche se "non da catastrofe imminente", nonostante stiano spuntando ovunque micro-zone rosse. "Non abbiamo parlato di riaperture – svela Miozzo –. Venerdì ci sarà una nuova fotografia della situazione, poi vedremo". Ma è chiaro che la prevalente sensibilità del Cts, in questa fase caratterizzata dall’esplosione delle varianti, oggi non è sintonizzata sull’agenda economica. "Draghi? Ascolta con grande attenzione", si lascia sfuggire Miozzo. Convincente prova che a dirigere il processo di formazione delle decisioni sia ora in tutto e per tutto il premier, leale all’obiettivo annunciato alle Camere – dopo il caso sci – di un’informazione ai cittadini puntuale e tempestiva con scelte comunicate per tempo. Così, congedati i tecnici, Draghi rimane per un’altra ora a discutere con i ministri competenti. Non è detto che le nuove misure finiscano in un Dpcm. È in valutazione un decreto legge ad hoc.

La spinta alla riapertura controllata o all’estensione oraria delle attività economiche sin qui più penalizzate mobilita il dibattito già dalle prime ore della mattina. Il leader della Lega Matteo Salvini, invitato dal premier a Palazzo Chigi, viene ascoltato con attenzione, ma anche invitato a non seminare aspettative fuori misura in un momento politico-sanitario che richiede nervi saldi e forte collegialità. Al termine, a chi gli chiede se il presidente del Consiglio appaia favorevole a maglie meno strette, Salvini risponde: "Penso ci sia voglia di cambiamento anche da questo punto di vista". "Servono interventi mirati come a Brescia, non un lockdown nazionale da Catania a Bolzano", evidenzia il numero uno del Carroccio: "Se si può pranzare tranquilli, si può cenare tranquilli" (mentre ora è vietato). "Lo stesso vale per palestre, impianti sportivi, istituti culturali garantendo salute e distanze". "Ristori", invece, a chi non può riaprire. Con conteggi più alti – e proporzionali impatti sui conti – se la severità prevalesse.

Un complesso di proposte "ragionevoli", secondo il presidente dell’Emilia-Romagna e della Conferenza Stato-Regioni Stefano Bonaccini. "Dove le cose vanno meglio, si può ragionare", dichiara Bonaccini sulla proposta di un selettivo ritorno alla normalità. "Le proposte di Salvini non sono mai ragionevoli, sono sempre strumentali. Più che a Salvini, mi affiderei ai tecnici e alla scienza", ribatte Marco Miccoli, responsabile lavoro Pd, preoccupato di non intaccare l’asse preferenziale con il Cts e con il ministro della Salute Roberto Speranza. "Verrà il tempo in cui con la Lega torneremo a dividerci – replica Bonaccini –. Ora dobbiamo aiutare il Paese, ognuno con le proprie idee, e fare di tutto per ripartire il prima possibile", inclusi "cinema e teatri", come auspica anche il ministro della Cultura Dario Franceschini: "L’Italia deve essere la prima".

Che qualcosa si stia muovendo lo conferma anche il ministro dell’Agricoltura Stefano Patuanelli (M5s): "Attraverso il Cts stiamo lavorando al protocollo per consentire alla ristorazione la ripartenza" a tutti gli effetti. Tuona Confesercenti: "I protocolli di sicurezza esistono per colazione e pranzo. Non è chiaro perché non possano essere applicati anche a cena".