Mercoledì 24 Aprile 2024

Regionali in Friuli Super Fedriga fa il bis La Lega sorpassa FdI Niente effetto Schlein

Il governatore uscente rieletto con il 64 per cento, 28 al centrosinistra. Meloni: "Buongoverno premiato". Salvini: "Terzo successo in due mesi". Male il Terzo polo, il Pd perde 2 punti rispetto alle politiche di settembre.

Regionali in Friuli  Super Fedriga fa il bis  La Lega sorpassa FdI  Niente effetto Schlein

Regionali in Friuli Super Fedriga fa il bis La Lega sorpassa FdI Niente effetto Schlein

di Antonella Coppari

Massimiliano Fedriga non ha vinto, ha stravinto: come ampiamente previsto. Confermato governatore, prima volta nella storia del Friuli Venezia Giulia, con il 64,24% dei consensi. "Un onore essere rieletto", sorride. Più che doppiato il candidato di Pd-M5s: Massimo Moretuzzo si ferma al 28,37%. Giorgia Meloni giura di essere soddisfatta: "Una vittoria che premia il modello amministrativo e il buongoverno del centrodestra e che ci sprona a fare sempre meglio". E lo è davvero contenta: il risultato stabilizza il governo, rassicurando una Lega che nelle politiche di settembre in Friuli era precipitata al 10,9. Salvini prende il 19%, mentre FdI si ferma al 18,1%. Parte di quel 31,3% preso qui a settembre dal partito della premier va alla lista di Fedriga, che si attesta sul 17,7. Un consenso che potrebbe diventare un tesoretto anche in chiave nazionale. Esulta il leader del Carroccio: "E dopo le vittorie di inizio 2023 in Lombardia e nel Lazio, oggi arriva la terza". In fin dei conti, notano dalle sue parti, la somma dei voti di entrambi supera i consensi presi dalla Lega alle regionali del 2018 (34,8). Un po’ meno felice Forza Italia che ripete il risultato delle politiche: "Il centrodestra è ancora vincente", se ne fa una ragione Silvio Berlusconi.

I guai sono tutti sul fronte dell’opposizione. L’effetto Schlein, per ora, non si vede. Il Pd ristagna intorno ai livelli di sempre e, anzi, rispetto alle politiche perde qualcosa: 16,49 invece del 18,4 di qualche mese fa. Può sperare nel timido raggio di sole che viene da Udine: il candidato del centrosinistra, Alberto De Toni, arriva al ballottaggio, però in svantaggio, con il sindaco uscente del centrodestra, Pietro Fontanini. In calo pure Avs (2%), ma soprattutto c’è da sottolineare che il crollo del M5s, sceso al 2,4%, non porta alcun profitto al ’campo largo’ e al partito di Elly. Che, dopo aver applaudito vincitore e sconfitto, rilancia: "Riorganizzeremo insieme un’opposizione centrata sulle proposte politiche. Con pazienza, ma con determinazione".

Certo il test ha valore limitato, il Friuli è una roccaforte di quelle che anche solo cingerle d’assedio è quasi impossibile, Debora Serracchiani (Pd) non esagera quando dice che "la destra è stata trainata dal vento nazionale favorevole". E oltre tutto l’affluenza bassa non aiuta chi tenta di rimontare: seguendo l’andamento generalizzato delle ultime tornate elettorali, quel 45% di votanti segna uno dei dati più bassi di presenza alle urne in regione.

Ma resta il fatto che il primo risultato reale della nuova segreteria non conferma l’entusiasmo dei sondaggi. Nei guai fino al collo sono invece Calenda e Renzi: con il 2,7% non passano la soglia di sbarramento, perdono sei punti rispetto a pochi mesi fa. Per il terzo Polo, si sa, le amministrative sono un terreno più che sfavorevole. "Un risultato deludente – ammette il leader di Azione – Le regionali, per un partito di centro, sono il peggio che può capitare perché la gente tende a votare da un lato o dall’altro. Questo è un grosso problema dell’Italia".

Una mazzata simile impone ripensamenti seri: "Quando si ha a che fare con un governatore uscente forte bisogna allearsi con lui", il ritornello che circola. Sorprendente fino a un certo punto il risultato dei no-vax di Insieme Liberi che si impongono su grillini e Terzo polo con quasi il 4% (ma la candidata l’ha superato); in fin dei conti, Trieste era la capitale degli italiani contrari alla vaccinazione. Forse sono finiti qui i voti persi da Conte. Probabilmente la tornata di ieri non inciderà troppo sul quadro politico nazionale ma i segnale d’allarme in tutti e tre i partiti di opposizione ci sono e sono ben chiari.