Mercoledì 24 Aprile 2024

Regina di stile Cappelli, borse, guanti Anche nella moda Lilibeth ha fatto tendenza

Tanti stilisti avrebbero voluto vestirla, ma lei è rimasta fedele al suo tocco unico. Impeccabile in ogni evento, sempre contraddistinta da un colore diverso. Nel suo guardaroba aveva cinquemila copricapi delle più svariate tonalità

Eva

Desiderio

Una bellezza senza età, fino a ottant’anni. Poi gli ultimi sedici in un declino fisico, accelerato dalla morte dell’amato Filippo. Fino all’ultimo giorno pubblico, con l’incontro col neo premier Liz Truss. Eccola nell’ultima foto Elisabetta II. Minuta, col bastone e l’immancabile borsetta nera, il trucco leggero, i capelli come una piccola nuvola candida, la gonna a pieghe in uno scozzese tenue, beige come il cardigan sopra la camicetta. Col suo stile, fino alla fine. Unico, iconico come dicono nel fashion system. Mai soggiogato dalle mode perché Elisabetta era la Moda. La sua Moda. Uno stile delicato per l’addio al mondo, quasi a voler dire che i giorni dei colori squillanti sono finiti.

E il suo guardaroba è davvero stato in tecnicolor per tutta la vita. Coloratissimo nelle occasioni più varie, dall’incontro coi capi di Stato alle visite di routine, in uno scintillare di giallo girasole, rosso geranio, viola giaggiolo, verde menta, celeste nuvola e rosa appassionato. Tutta di un colore vestita, col tailleur o con abito e soprabito, l’immancabile cappello coi fiori di seta e le ali alte per non nasconderle il viso al popolo. Una pennellata gioiosa e rispettosa, un unicum che solo Lilibeth ha saputo indossare con naturalezza. L’orlo sempre dieci centimetri sotto al ginocchio, con una fila di piombi nascosti e a prova di folate di vento, il capospalla mai aderente ma sempre staccato dal corpo, come una dolce corazza protettiva per annullare quel corpo regale che in gioventù è stato tonico, sportivo, scattante, sensuale anche se materno. Il corpo di una donna perfetta, da mostrare ai sudditi come una reliquia di monarchia eterna.

Elisabetta II è stata per 70 anni lo Stile. Fino alla fine, da ricordare per quel filo di rossetto fucsia, lo smalto trasparente, le mani avvolte nei guanti bianchi di cotone sempre alzate per il saluto alla folla, le scarpe mocassino tacco 5, gli abiti da sera che le esaltavano il busto e le enfatizzavano il pizzo che copriva braccia e spalle, i broccati lucenti, i capelli folti e forti, l’uniforme delle visite ufficiali con quei completi colorati che sembravano mettere uno schermo tra lei e il mondo. Icona di tendenze elaborate ad arte da lei stessa e sempre le stesse, sogno proibito di molti stilisti che avrebbero voluto vestirla. Ma Lilibeth non ha mai ceduto alle lusinghe. Armani, Valentino, Ermanno Scervino hanno sempre detto che vestirla sarebbe stato il massimo dell’onore. "Sì, avrei voluto vestirla – dice Scervino –. Ho saputo che si metteva gli abiti del colore più adatto alle occasioni. Usava il colore in base all’importanza degli appuntamenti".

Pare che nel suo guardaroba abbia lasciato 5.000 cappelli di ogni foggia e decoro e 400 borse, dal 1968 quasi tutte firmate dal pellettiere Sam Launer che gliene mandò in dono una, classica, coi due manici comodi, da portare al braccio o tra le mani. Era sua cliente anche la Regina madre ed Elisabetta si innamorò di quelle Launer. Si dice che a seconda che la poggiasse in terra o sulla sedia, lanciasse segnali di noia o fretta al suo staff. Ma la Regina aveva anche ordinato borsette da sera dorate al produttore italiano Leu Locati, con atelier a Milano. Strepitosi i gioielli, le spille appuntate a sinistra, appena sopra al cuore, i tre fili di perle vere che portava sempre. Gagliarda anche nel tempo libero, col foulard annodato sotto al mento a spasso nel parco di Balmoral con gli amati corgi, il kilt a pieghe contro la bruma, il più intramontabile dei Barbour per montare a cavallo nei boschi. Il nero? Il suo non colore, mai preferito, usato ai funerali di Lady D e nell’addio a Filippo. Sarebbe bello sapere con che colore addosso volerà in cielo.