Martedì 23 Aprile 2024

Omicidio Regeni: la Procura di Roma chiede il processo per gli 007 egiziani

Chiesto il rinvio a giudizio per l'omicidio, le torture e il sequestro del giovane ricercatore italiano trovato morto nel 2016 in Egitto

Una foto di Giulio Regeni durante una marcia nel gennaio 2018 (Ansa)

Una foto di Giulio Regeni durante una marcia nel gennaio 2018 (Ansa)

Roma, 20 gennaio 2021 - C'è un punto fermo nella tragica vicenda di Giulio Regeni, il ricercatore italiano trovato morto in Egitto nel febbraio del 2016 per il quale ancora si aspetta giustizia. La Procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per i quattro appartenenti ai servizi segreti egiziani accusati del sequestro, delle torture e dell'omicidio del giovane ricercatore. In particolare per il generale Tariq Sabir, Athar Kamel Mohamed Ibrahim, Uhsam Helmi, Magdi Ibrahim Abdelal Sharif le accuse variano dal sequestro di persona pluriaggravato al concorso in omicidio aggravato e concorso in lesioni personali aggravate. L'archiviazione, invece, era stata sollecitata per l'ufficiale Mahmoud Najem, nei cui confronti "non sono stati trovati elementi sufficienti, allo stato, a sostenere l'accusa in giudizio".

Il ruolo dell'intelligence egiziana in questa orrenda vicenda era stato ricostruito minuziosamente dai carabinieri del Ros e dei poliziotti dello Sco. Il 10 dicembre scorso, la procura aveva chiuso le indagini, notificando l'atto agli avvocati d'ufficio italiani, non essendo mai pervenuta l'elezione di domicilio degli indagati dalle autorità del Cairo. E poiché non sono intervenuti "fatti nuovi" dopo la notifica dell'avviso di conclusione dell'inchiesta, i magistrati hanno depositato la richiesta di processo negli uffici del gup. 

L'udienza preliminare per i quattro appartenenti ai servizi segreti egiziani potrebbe essere fissata entro la fine della primavera. Davanti al gup si aprirà la questione dell'assenza dell'elezione di domicilio per gli imputati. Il giudice per le udienze preliminari dovrà, infatti, affrontare questo tema oggetto di rogatoria della Procura di Roma firmata dal procuratore Michele Prestipino e dal sostituto Sergio Colaiocco nell'aprile del 2019 e più volte sollecitata nel corso degli incontri con le autorità egiziane. In base al nostro sistema giudiziario proseguire il procedimento e rinviare a giudizio non è possibile se non c'è la certezza dell'avvenuta notifica ai quattro al Cairo. Il gup però potrebbe procedere ugualmente valutando come decisiva la rilevanza mediatica avuta anche in Egitto dell'indagine e la diffusione dei nomi degli imputati.