Referendum trivelle, ecco per cosa si vota

Cosa succede se vince il Sì? E se passa il No? Quello che c'è da sapere sulla consultazione del 17 aprile. Sotto il nostro sondaggio Twitter

Trivella nell'adriatico. Accanto una nave Greenpeace (Dire)

Trivella nell'adriatico. Accanto una nave Greenpeace (Dire)

Roma, 18 marzo 2016 -  Mentre la Cei si è espressa sulla questione ambientale delle trivelle affermando l'importanza che essa "sia dibattuta nelle comunità per favorirne una soluzione appropriata alla luce dell'Enciclica 'Laudato sì' di Papa Francesco", manca ormai solo un mese alla consultazione, che si terrà domenica 17 aprile, dalle 7 alle 23. Gli italiani saranno quindi chiamati a votare il referendum e a decidere su questa importante tematica. La consultazione è stata proposta da nove Consigli regionali: Basilicata, Marche, Puglia, Sardegna, Veneto, Calabria, Liguria, Campania e Molise. Tutte regioni costiere, ovviamente toccate molto da vicino dalla questione e in ansia per le ricadute ambientali e turistiche di uno sfruttamento più intensivo degli idrocarburi. 

COSA SI VOTA - Al di là del linguaggio burocratico, in sostanza il quesito ci chiederà di decidere se vogliamo che, quando scadranno le concessioni nelle acque territoriali italiane entro 12 miglia dalla costa, quei giacimenti vengano fermati anche se sotto c'è gas o petrolio. 

Il  è per cancellare la norma che concede alle società petrolifere di estrarre entro le 12 miglia marine senza limiti di tempo.  

Il NO è per lasciare intatta quella norma. 

Se vince il No, in sostanza, (o se non viene raggiunto il quorum) le ricerche nei giacimenti italiani non avrebbero un termine certo, ma continuerebbero fino all'esaurimento degli stessi, anche se la legge in vigore impedisce alle società petrolifere di chiedere nuove concessioni per estrarre entro le 12 miglia. Con una vittoria del Sì le attività estrattive già in corso dovranno cessare alla scandenza fissata al momento del rilascio della concessione. Il referendum non riguarda le nuove trivellazioni: già oggi le compagnie non possono richiedere nuove concessioni entro le 12 miglia.  

GLI SCHIERAMENTI - Le due opposte fazioni sono rappresentate da un lato dal comitato "Vota sì, ferma le trivelle" (a cui hanno aderito più di 160 associazioni, da quelle ambientaliste a quelle della pesca, dai consumatori al Touring Club), dall'altro gli "Ottimisti e razionali". Ciascuna ha le proprie ragioni, esposte sui rispettivi siti.