Recovery fund, Draghi: ecco la scuola che verrà. Il piano di Bianchi e Messa

Dal piano per la nuova didattica alle linee guida per la ricerca: i progetti del Pnrr sull'educazione

Patrizio Bianchi, Mario Draghi e Maria Cristina Messa (Ansa)

Patrizio Bianchi, Mario Draghi e Maria Cristina Messa (Ansa)

Roma, 7 ottobre 2021 - "Un piano sull'istruzione che disegna l'Italia dei giovani": così Mario Draghi, nella conferenza stampa di Palazzo Chigi, presenta le conclusioni della prima cabina di regia sul Recovery Plan che ha tirato le fila dei progetti che riguardano l'educazione, dalla prima infanzia all'università, dando priorità alle generazioni più giovani. Presenti accanto a lui anche i ministri dell'Istruzione Patrizio Bianchi e dell'Università e Ricerca, Maria Cristina Messa. Che hanno esposto le riforme previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza: dalle misure "per ambienti e contenuti della nuova didattica scolastica", come spiega Bianchi, ai "progetti per la ricerca di filiera universitaria, per il Sud e per le donne", come menziona Messa.

Le parole di Draghi

"Oggi iniziamo questo percorso dall' istruzione, dalla formazione e dalla ricerca. Un po' perchè il piano deve disegnare l'Italia di domani di quelli che oggi sono giovani. E un po' per lo straordinario evento di Giorgio Parisi insignito del Nobel che ci ha fatto pensare alle nostre potenzialità". Con queste parole il primo ministro, Mario Draghi, ha introdotto le riforme sulla scuola previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, a fine riunione con la cabina di regia. Che, prosegue, "consente di fare il punto sull'attuazione dei singoli progetti di investimento e di individuare gli ostacoli che possono presentarsi in modo da poter intervenire subito e rispettare il calendario degli impegni". "Il rispetto degli impegni - ha aggiunto Draghi - è determinante per l'assegnazione dei fondi europei". 

Bianchi: "18,4 miliardi per nuova didattica"

"Stiamo rimettendo la scuola al centro del nostro Paese, ed è un grande segnale. Stiamo lavorando alle riforme degli istituti tecnici superiori, professionali e sull'orientamento, che deve partire dalle scuole medie. Stiamo lavorando alle nuove norme per il reclutamento dei docenti; e poi la riorganizzazione del sistema didattico", introduce il suo discorso il ministro dell'Istruzione. Patrizio Bianchi parla di due componenti essenziali al cammino del Pnrr: "La componente delle riforme e la componente degli investimenti". 

Per quanto riguarda gli investimenti, "abbiamo gli ambienti per la nuova didattica, molto più partecipata e laboratoriale, e i contenuti della nuova didattica". Per i primi, continua il ministro, "abbiamo posto 13 miliardi di investimento e per i secondi 5,4 miliardi".

Bianchi illustra poi i nuovi bandi previsti per la scuola: "Entro novembre siamo pronti a bandi per 5 miliardi, un punto fondamentale per sostenere la ripartenza del Paese. Si tratta di 3 miliardi per asili e scuole infanzia, 400 milioni per le mense, 300 per le palestre, 800 per le scuole nuove e 500 per la ristrutturazione degli istituti". Il ministro ha poi insistito: "Bisogna ridare dignità al mestiere di insegnante. Stiamo lavorando sulle nuove norme per il reclutamento e contestualmente a quelle della formazione, sia iniziale sia quella sulla strada, in servizio".

Messa: "6 miliardi per ricerca, attenzione a Sud e donne"

Il ministro dell'università e della ricerca, Maria Cristina Messa, ha illustrato le linee di intervento di competenza del proprio ministero. Tra queste, le riforme nei target entro il 2021, che sono tutte in via di approvazione. Si tratta di "interventi sui dottorati di ricerca, per un migliore coinvolgimento delle imprese e centri di ricerca, poi l'introduzione di lauree abilitanti, che facilitano l'accesso all'esercizio delle professioni, poi la revisione delle classi di laurea, l'orientamento attivo nella transizione scuola università".

Sono 6 i miliardi di euro destinati al rafforzamento della ricerca di filiera. "Quella applicata - spiega Messa -, perché richiede un maggiore sforzo della comunità scientifica, delle accademie e degli enti di ricerca e delle imprese". Nell'attuare queste misure, la ministra spiega che verranno tenuti conto "il recupero del gap di genere e generazionale, recupero dei divari territoriali e il principio di merito. Tutte le proposte che saranno presentate saranno valutate in maniera terza in base ai criteri di qualità, fattibilità e sostenibilità a lungo termine", precisa. 

Previsti dei bandi al riguardo, le cui linee guida saranno rese pubbliche a breve. Garantita la destinazione del 40% di risorse alle aree del Sud. Inoltre, le linee guida prevedranno anche che quattro assunzioni su dieci saranno riservate a ricercatrici.