Record di iniezioni, ma ora mancano le dosi

Resta anche il nodo delle differenze a livello regionale: maglia nera a Calabria e Sicilia. Il ministro Speranza promette: accelereremo

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ROMA

L’Italia accelera sulla somministrazioni dei vaccini ma la campagna, denunciano le Regioni, rimane una "corsa a ostacoli" perché mancano le dosi. Ieri il nostro Paese ha festeggiato il record delle vaccinazioni effettuate in una giornata e l’arrivo di oltre 400mila dosi di vaccino Moderna. "Ringrazio ostetriche ed ostetrici, biologi e tecnici delle professioni sanitarie, della riabilitazione e della prevenzione che hanno sottoscritto, con governo e Regioni, l’intesa per partecipare alla campagna di vaccinazione. Ieri abbiamo somministrato 350mila dosi. Accelereremo ancora nelle prossime settimane" ha assicurato il ministro della Salute Roberto Speranza.

Secondo gli ultimi dati del ministero della Salute sono state somministrate oltre 14.9 milioni dosi di vaccini, pari all’86.1% di quelle attualmente disponibili, e immunizzate più di 4.4 milioni di persone.

Nel dettaglio 3.2 milioni di dosi sono andate agli operatori sanitari; 534.303 al personale non sanitario; 611.469 agli ospiti strutture residenziali; 237.385 alle forze armate; 1.13 milioni al personale scolastico. Il nodo rimane, tuttavia, quello della copertura degli over 80, una delle fasce d’età più esposte agli effetti del Covid-19. Attualmente, a livello nazionale a questa categoria sono state somministrate 5.07 milioni di dosi: oltre il 76% dei 4,5 milioni di ultraottantenni ha ricevuto una dose di vaccino, il 45% ha ricevuto entrambe le dosi e il 23,9% – in numeri assoluti poco più di un milione – è ancora in attesa della prima dose. Su questo fronte restano forti differenze a livello regionale. Indietro sulla tabella di marcia ci sono dieci Regioni: Sicilia (51% degli over 80 vaccinati), Calabria (54%), Sardegna (65%), Abruzzo e Liguria (66%), Campania (68%). In testa alla classifica le Marche dove è stata somministrata una dose al 100% degli over 80. Nonostante le differenza, a livello nazionale il cambio di passo della campagna inizia a vedersi, soprattutto sui più fragili. "L’età mediana alla diagnosi e al momento del ricovero è in decrescita, il che vuol dire – ha sottolineato il presidente dell’Istituto superiore di Sanità Silvio Brusaferro – che anche indirettamente stiamo iniziando a vedere i primi effetti delle vaccinazioni degli anziani. Le persone con più di 80 anni ma anche i settantenni, cominciano a decrescere come numero di casi".

A gettare un’ombra sui prossimi mesi è tuttavia l’incognita delle forniture. Non è, infatti, ancora chiaro quali vaccini potranno essere somministrati agli under 60. Dopo le restrizioni dell’Aifa per il siero prodotto da Astrazeneca, per i più giovani le Regioni puntavano tutto sul vaccino della controllata di Johson & Johnson, Janssen le cui consegne in Europa sono sospese in attesa delle valutazioni dell’Ema attese per il prossimo 20 aprile.