A nulla sono valsi gli appelli alla sua liberazione. Alle prime ore dell’alba di ieri l’Iran ha giustiziato il dissidente iraniano-svedese Farajollah Habib Chaab (foto), accusato di aver progettato e condotto operazioni terroristiche nella provincia del Khuzestan, tra cui un attentato dinamitardo nel 2018 durante una parata militare annuale ad Ahvaz, che costò la vita a 25 persone, tra soldati e civili. La presidenza di turno dell’Unione europea, rappresentata dalla Svezia, ha condannato l’esecuzione, sottolineando che la pena di morte è una "punizione inumana e irreversibile". Stoccolma ha anche convocato l’ambasciatore iraniano. Drammatica e singolare l’odissea di Chaab, 50 anni, noto anche come Habib Asyud. Dopo avere vissuto per un decennio in esilio in Svezia il dissidente venne rapito da agenti iraniani durante una sua visita in Turchia nel 2020 ed introdotto clandestinamente nella Repubblica islamica. Un mese dopo la sua scomparsa, venne mostrato in un video sulla tv di Stato, in cui ammetteva di essere responsabile di attacchi terroristici.
CronacaRapito e riportato in Iran, dissidente impiccato La condanna della Ue
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