Giovedì 18 Aprile 2024

Rapita e uccisa 47 anni fa "È stato il mostro di Firenze" La versione di Izzo all’Antimafia

Per il killer del Circeo (sentito in Commissione) la giovane Rossella Corazzin fu vittima di un rito esoterico. Teatro dell’omicidio la villa di Francesco Narducci, coinvolto nelle indagini sui delitti in Toscana

Migration

di Stefano Brogioni

Di mostro in mostro. Da quelli del Circeo, fino ai misteri del lago Trasimeno, intrecciati con gli omicidi delle coppiette nelle campagne di Firenze. Un filo rosso come il sangue. Oppure nero, come l’oscurità di fatti ancor avvolti nell’ombra a distanza di quasi 50 anni. A tessere questa trama c’è Angelo Izzo, figura chiave dell’inchiesta che la commissione antimafia ha compiuto (anche) sulla scomparsa di Rossella Corazzin. Era l’estate del 1975 e la ragazza, 17 anni, originaria di San Vito al Tagliamento, scomparve da Tai di Cadore, dove era in vacanza. Nelle lettere, scritte prima di venire inghiottita nelle tenebre, parlava di aver conosciuto "Gianni". Gianni come Guido, che con Andrea Ghira e lo stesso Izzo, nel settembre del 1975 seviziarono Donatella Colasanti e massacrarono, uccidendola, Rosaria Lopez.

I racconti di Izzo sono iniziati nel 2016 con i pm e li ha ripetuti anche alla commissione. E nella relazione che verrà presto pubblicata, anticipata da una bozza votata e approvata, la sua ricostruzione è giudicata credibile.

Secondo Izzo, la ragazza venne rapita in Cadore e portata in una villa sul Trasimeno di proprietà di Francesco Narducci, il gastroenterologo umbro che dopo la sua morte, collocata nell’ottobre del 1985, è stato sospettato di aver avuto un ruolo nei delitti di Firenze. La Corazzin sarebbe stata sacrificata in un rito esoterico e strangolata. Alla commissione, Izzo ha fornito dettagli su quella cerimonia tanto da far dire che gli elementi da lui portati "non hanno trovato smentita". La descrizione che il pregiudicato fa dei luoghi, presunto teatro dell’esecuzione, è talmente dettagliata da dimostrare "con ragionevole probabilità che egli si era recato effettivamente nella villa di Narducci". Il pregiudicato ha riferito di aver ricevuto da Narducci anche dettagli sulle caratteristiche "satanico-naziste" del delitto del 1974 del mostro di Firenze, avvenuto in Mugello.

Il lavoro della commissione – a cui ha collaborato come consulente anche l’ex pm Giuliano Mignini – ha condotto anche ad un approfondimento delle vicende legate alla morte del medico perugino. Nella bozza della relazione, inoltre, si ricostruisce anche la messinscena che si celerebbe dietro il cadavere ripescato dal lago nel 1985: sarebbe di un’altra persona, forse un messicano il cui corpo era “fermo“ all’obitorio. Lo dimostrerebbero i pantaloni taglia 48 slim vestiti dal cadavere quando nel 2002 la salma venne riesumata, incompatibili con il cadavere gonfio tirato fuori dalle acque. Il giorno in cui Narducci raggiunse il lago, da solo, si sarebbe dovuta consumare la sua fuga, dettata dall’esigenza, secondo l’ipotesi della commissione, di sottrarsi alle indagini sul "mostro": un’altra imbarcazione lo avrebbe prelevato e da lì sarebbe dovuto sparire. "Il piano di fuga tuttavia fallisce", sostiene la commissione, anche se "non è agevole capire di preciso quando né perché". Un’ipotesi: "Il medico viene raggiunto da più emissari del suo gruppo e da questi ucciso. La famiglia viene costretta a subire il delitto sotto ricatto". Ricatti che la massoneria "oltranzista" avrebbe esercitato anche per non far effettuare l’autopsia sul “falso“ cadavere del lago, altrimenti la messinscena sarebbe fallita. Oppure un’altra prospettiva: che la fuga sia riuscita davvero e che Narducci sia morto successivamente. Di un’amicizia con il medico ha parlato un altro testimone dalla commissione: l’ultimo indagato per i delitti del mostro, il legionario di Prato Giampiero Vigilanti. "Le conclusioni della commissione contrastano con le sentenze emesse da più autorità giudiziarie che hanno persuasivamente evidenziato la totale estraneità negli ipotizzati collegamenti tra il professor Narducci e le drammatiche vicende connesse al mostro", risponde il legale dei Narducci, Francesco Falcinelli.