Mercoledì 24 Aprile 2024

Rapina al re delle ’scarpe gioiello’ Colpi nelle ville, escalation in Veneto

Due banditi armati di pistola irrompono nella casa settecentesca di Fernando Renè Caovilla (con lui anche la moglie)

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di Massimiliano Crosato

Continua l’ondata di rapine a mano armata nelle ville palladiane dei ricchi imprenditori veneti disseminate in quel territorio di mezzo fra le province di Treviso, Venezia e Padova e lungo la Riviera del Brenta. E proprio qui, lungo le rive del fiume che collega Padova a Venezia, a Stra, l’altra sera è toccato al riconosciuto “re della scarpa gioiello“ famoso in tutto il mondo, Fernando Renè Caovilla, subire la sgradita visita di quella che pare essere una banda ben organizzata e iperspecializzata nell’assaltare le dimore abitate dai milionari veneti. Anche la rapina a casa Caovilla ricalca infatti il canovaccio delle altre compiute il mese scorso nel Trevigiano, a Preganziol e a Mogliano Veneto.

Erano circa le 20.30 quando due rapinatori a volto coperto sono penetrati nella proprietà scavalcando il muro di cinta – a quell’ora non ancora sorvegliato dal sistema d’allarme estwerno – hanno attraversato il grande parco che circonda la villa settecentesca e poi da una finestra sono riusciti a entrare nella dimora, sorprendendovi Fernando René Caovilla, appena rientrato dal lavoro che stava per mettersi a cena con la moglie Paola. Nella casa c’era anche il personale domestico di servizio. I due banditi, armati di pistole, con calma e determinazione e parlando un italiano chiaro ma con un evidente accento straniero, hanno chiesto alla coppia colta di sorpresa e naturalmente impaurita di consegnare loro tutti gli oggetti di valore che custodivano in casa, un bottino fatto di diversi gioielli e orologi di pregio.

L’imprenditore e la moglie hanno cercato di assecondarli e non risultano ai loro danni atti di violenza o che siano state fatte loro particolari minacce. Tant’è che la rapina, compresa la fuga, dove fuori ad attendere i due malviventi con un’auto pronta c’era almeno un terzo complice, è durata 45 minuti in tutto. Naturalmente sul posto sono poi arrivate le forze dell’ordine, avvisate dalla società che gestisce i sistemi d’allarme e il sistema di videocamere della villa: nelle immagini registrate i due rapinatori sono stati immortalati in azione. E chissà che con quelle delle altre rapine nelle ville sul Terraglio, la strada napoleonica che collega Treviso a Venezia, non possano essere ancor più utili agli investigatori che puntano i fari su una delle tante bande specializzate dell’est Europa. Non sarebbe certo la prima a scegliere di compiere delle sistematiche scorribande nella pianura veneta, ma era un fenomeno che pareva sopito. D’altronde, accoppiando le modalità della rapina a casa Caovilla alle altre, uno schema comune è facile da intravedere: obiettivi chiari, orari simili, estrema determinazione e rapidità d’esecuzione. Insomma dei professionisti che hanno messo nel mirino solo obiettivi di alto livello: i ricchi per davvero e le loro case, che sanno essere colpi sicuri, nel senso che a mani vuote non possono uscirne.

Era stato così già nel primo colpo, a metà novembre, ai danni del petroliere Giancarlo Miotto anche lui sorpreso da quattro banditi all’ora di cena nella sua villa di Preganziol (Treviso) con moglie, figlioletta e domestici. Un bottino di un milione di euro fra denaro, oro, gioielli e orologi in 40 minuti. Due giorni dopo, poco distante, a Zerman di Mogliano Veneto, nuovo assalto a villa Da Riva, la prestigiosa dimora di Nicola Giol, della famiglia di uno degli ex proprietari del gruppo Pam Panorama. Anche in quel caso erano in quattro, ma l’assalto è fallito perché l’allarme perimetrale ha fatto scattare il sistema di sicurezza che ha messo in fuga i malviventi e il custode della villa ha potuto chiamare la polizia. Poi, il giorno dopo, sempre a Zerman di Mogliano Veneto, l’intrusione in una dependance della villa di Sebastien Ego Von Fürstenberg, membro della storica famiglia veneziana imparentata con gli Agnelli e fondatore di Banca Ifis che ha sede non troppo lontano. Nessuno in casa, ma dimora messa sottosopra e ammanchi modesti. Di valore, stavolta, c’era solo il nome del proprietario, ma fra i vip veneti la paura di essere nel mirino cresce.