Morirono durante rally: scattano dodici richieste di rinvio a giudizio. Sono piloti e addetti alla sicurezza

Chiusa l'inchiesta, notificati gli avvisi agli indagati: udienza dal Gup il 6 marzo

Valerio Catelani e Daniela Bertoneri

Valerio Catelani e Daniela Bertoneri

Lucca, 8 gennaio 2015 - LA PROCURA ha concluso la lunga e complessa indagine e ha chiesto il rinvio a giudizio di 12 dei 15 indagati per la tragica fine di Valerio Catelani e Daniela Bertoneri, 37 e 34 anni, pilota e navigatore versiliesi morti asfissiati e poi carbonizzati nel rally «Coppa Città di Lucca» dopo il pauroso incidente a bordo della loro Peugeot nel luglio 2012 a Sant’Ilario di Brancoli. Per il pm Elena Leone, devono essere processati piloti e addetti alla sicurezza per ipotesi di reato che vanno dall’omissione di soccorso aggravata al concorso in omicidio colposo.

PER OMISSIONE di soccorso il magistrato ha chiesto di processare gli equipaggi composti da Giuseppe Iacomini e Davide Cozzani (di Lerici e La Spezia) in gara su una Subaru Impreza, poi Iacopo Giannecchini e Federico Mazzanti (di Massarosa e Gallicano), su Renault Clio e David Castiglioni (navigatore di Porcari) sempre su Clio. Avrebbero omesso di fermarsi e di prestare assistenza all’equipaggio protagonista del drammatico incidente, nonché di darne immediato avviso alla postazione radio immediatamente successiva.

ACCUSATI invece di omicidio colposo il responsabile della sicurezza del Rally lucchese, Mauro Scarpellini, ma anche i membri degli equipaggi apripista addetti alla supervisione del percorso: i lucchesi Luca Gelli, Massimo Simi, Luca Ciucci e Gianluca Simonetti, di Bruno Togni (pontederese abitante ad Altopascio), Danilo Meazzini di Pieve Santo Stefano (Arezzo). Secondo le valutazioni del pm Elena Leone, infatti, dopo che ebbero effettuato un giro di ricognizione omisero di segnalare l’abbattimento di un muretto di cemento da parte di una vettura del rally finita fuori strada, proprio nel punto in curva nel quale si verificò poi il tragico incidente un cui persero la vita Catelani e Bertoneri. Per la Procura, la mancanza del muro di cemento fu anche un elemento che indusse in errore l’equipaggio Catelani Bertoneri, che sbagliò fatalmente l’impostazione della curva. L’udienza preliminare è stata fissata per il prossimo 6 marzo davanti al gup del tribunale di Lucca, la dottoressa Silvia Mugnaini. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Marica Martinelli, Alessandro Di Piramo, Lodovica Giorgi, Massimo Panzani, Tiziano Simi, Michele Giorgetti, Francesca Vanni, Valeria Palmegiani, Giuseppe Groccia e Daniele Caprara. In precedenza era stata già chiesta invece dalla Procura l’archiviazione per il livornese Fabrizio Bacci, presidente della scuderia Pro Racing di Livorno, (proprietaria della Peugeot poi andata a fuoco), il pilota di Montecarlo Cristiano Matteucci e il preparatore della vettura su cui persero la vita i due piloti, Silvio Terrosi di Camaiore. Su queste tre posizioni già stralciate dalla Procura per mancanza di elementi probatori significativi, ora dovrà pronunciarsi a parte un altro gip, il dottor Riccardo Nerucci, che ha invece ricevuto a riguardo un’istanza di opposizione all’archiviazione dagli avvocati di parte civile. La tragica fine della coppia versiliese è una ferita che sanguina ancora oggi nel mondo del rally e non solo. Quella fatale notte Valerio Catelani e Daniela Bertoneri finirono fuori strada su una curva a sinistra durante la tappa di Sant’Ilario di Brancoli. La loro Peugeot 207 S2000 si ribaltò completamente e rimase incastrata in una sorta di conca naturale a bordo strada (in corrispondenza del muretto abbattuto poco prima da un’altra vettura del Rally) che si trasformò in una trappola mortale. L’auto si incendiò e la coppia morì per asfissia da fumo, senza poter neppure tentare una disperata fuga.

Paolo Pacini Cristiano Consorti