Mercoledì 24 Aprile 2024

Roma, archiviato il caso della nomina di Romeo. Raggi: "Su di me fango"

"Il giudice ha sottolineato la bontà del mio operato". Ma per la sindaca resta in piedi il processo sulla nomina di Renato Marra

Virginia Raggi con Salvatore Romeo (al centro) (Ansa)

Virginia Raggi con Salvatore Romeo (al centro) (Ansa)

Roma, 20 febbraio 2018 -  Il Tribunale di Roma ha stabilito "l'infondatezza della notizia di reato" nel caso della nomina di Salvatore Romeo al capo della segreteria politica della sindaca Virginia Raggi e ha archiviato il procedimento. La sindaca di Roma, in un post su Facebook, ha commentato: "Il Tribunale di Roma ha cancellato più di un anno di schizzi di fango, ricostruzioni fantasiose e insulti perché avevo nominato Salvatore Romeo a capo della mia segreteria politica. Oltre un anno di accuse da parte di politici e dei tanti 'soloni' che, dalle loro comode poltrone negli studi e salotti tv, pontificavano su materie che evidentemente non conoscono. Il giudice sottolinea la trasparenza e la bontà del mio operato grazie alle richieste di pareri legali che, prima della nomina, ho fatto all'Avvocatura del Campidoglio e all'Autorità Nazionale Anti Corruzione di Raffaele Cantone". "E, soprattutto - sottolinea Raggi - definisce falso che io possa aver nominato Salvatore Romeo per beneficiare di tre polizze assicurative di cui io non sapevo assolutamente nulla. Ancora fango e facile ironia sulle 'polizze a mia insaputa'. Eppure avevo ragione: sono stata accusata ingiustamente da tanti che ora taceranno o faranno finta di nulla. Invece, voglio ringraziare i miei avvocati e tutti voi che avete creduto in me, certi che mi sia sempre comportata correttamente. Andiamo avanti a testa alta". 

Oltre a quella di Virginia Raggi il gip Annalisa Marzano ha archiviato la posizione di Salvatore Romeo, indagato con la sindaca di concorso di abuso d'ufficio in relazione alla nomina quale responsabile della sua segreteria politica con un aumento di stipendio da 39mila euro da dipendente del Dipartimento Partecipate a 110mila euro, poi ridotti a 93mila a seguito dei rilievi Anac. Una nomina che a parere del procuratore aggiunto Paolo Ielo e del pm Francesco Dall'Olio, che lo scorso 28 settembre avevano sollecitato l'archiviazione di questo filone di inchiesta, era comunque illegittima perché legata a un errato iter procedurale senza però che a carico della sindaca si ravvisasse il dolo. La stipula di una serie di polizze, nelle quali Romeo aveva indicato Virginia Raggi quale beneficiaria in caso di morte del titolare, non era stata valutata come elemento di reato ma per gli investigatori la scelta di Romeo come capo della segreteria politica della sindaca si poteva spiegare anche con l'esistenza di un rapporto di amicizia e di vicinanza politica che legava i due, militanti dei Cinque Stelle della prima ora.

La sindaca sarà però processata il 21 giugno con l'accusa di falso nell'ambito dell'inchiesta sulla nomina (prima congelata e poi revocata) di Renato Marra (fratello di Raffaele, ex capo del Personale in Campidoglio attualmente sotto processo per corruzione in concorso con l'imprenditore Sergio Scarpellini) da vicecapo della polizia municipale alla Direzione Turismo del Campidoglio. Mentre il processo per Raffaele Marra avrà inizio il 20 aprile davanti al tribunale collegiale per il reato di abuso d'ufficio (per la Procura, non avrebbe dovuto occuparsi della pratica del fratello, per un evidente conflitto di interessi), quello di Virginia Raggi sarà di competenza del tribunale monocratico dopo la richiesta di giudizio immediato presentata dai suoi difensori e accolta dal gip Raffaella Di Pasquale lo scorso gennaio. Alla responsabile dell'Anticorruzione in Campidoglio, la sindaca avrebbe dichiarato di aver fatto tutto da sola, escludendo così che Raffaele Marra avesse avuto voce in capitolo sulla nomina del fratello. Ma le chat interne allo staff capitolino recuperate dagli inquirenti sul telefonino dello stesso ex funzionario avrebbero dimostrato il contrario.