Ragazze rapite in Siria: "Siamo Greta e Vanessa, salvateci". L'appello in un video su Youtube

"We are Greta Ramelli and Vanessa Marzullo", con questa frase le due ragazze avvolte in un velo nero lanciano l'appello al governo italiano e ai suoi mediatori: "Sono i responsabili delle nostre vite". Il padre di Vanessa, Salvatore Marzullo: "Siamo ottimisti". Fronte al Nusra, gruppo siriano legato ad Al Qaeda, conferma: "E' vero, abbiamo noi le due italiane"

"Siamo Greta Ramelli e Vanessa Marzullo", il video su youtube

"Siamo Greta Ramelli e Vanessa Marzullo", il video su youtube

Gavirate (Varese), 1 gennaio 2015 - Il Fronte al Nusra, gruppo siriano legato ad Al Qaeda, ha confermato di tenere in ostaggio Greta Ramelli e Vanessa Marzullo. "E' vero, abbiamo noi le due italianeperché il loro Paese sostiene i raid in Siria contro di noi", afferma Abu Fadel, membro dell'organizzazione, contattato dalla Dpa dopo il video delle due ragazze lombarde diffuso ieri. 

IL VIDEO DI GRETA E VANESSA - "We are Greta Ramelli and Vanessa Marzullo", così inizia un video pubblicato su Youtube il 31 dicembre 2014 sul canale "Islamic Sham". Due ragazze avvolte in velo e abiti completamente neri compaiono in un filmato di 23 secondi e affermano di essere le due cooperanti rapite in Siria il 31 luglio scorso. "Supplichiamo il nostro governo e i suoi mediatori di riportarci a casa prima di Natale - prosegue la giovane, pare Greta Ramelli -. Siamo in grave pericolo e potremmo essere uccise. Il governo e i mediatori sono responsabili delle nostre vite". Mentre una delle due parla in un inglese con un forte accento italiano, senza mai guardare in camera e probabilmente leggendo un messaggio, l'altra, che sarebbe quindi Vanessa Marzullo, sorregge un cartello scritto a pennarello su un foglio di quaderno con la data "17-12-2014 wednesday", mercoledì. Rispetto alle fotografie circolate sul web prima del rapimento, le ragazze appaiono molto dimagrite e dai tratti particolarmente tirati. Inizialmente qualche dubbio era emerso sull'autenticità del video, ma Salvatore Marzullo, padre di Vanessa ha spiegato: «Siamo contenti di averle viste, siamo ottimisti»

 

Il link del video è stato postato su twitter da un giornalista arabo, Zaid Benjamin, (zaidbenjamin) con l'hashtag #Syria: "Un video mostra due ostaggi italiani, probabilmente volontarie, tenute da Jabhat al-Nusra", facendo riferimento a un gruppo qaedista. Greta Ramelli e Vanessa Marzullo non sarebbero quindi in mano ai jiahdisti sunniti di Isis come si era pensato in un primo momento. Più tardi, lo stesso giornalista ha postato un altro tweet, riportando una fonte di Al Nusra che riferisce di uno stallo nei negoziati con il governo italiano.

Come accennato, il video sembra autentico, anche se nulla lo conferma per il momento: le immagini mostrano le due ragazze con indosso una tunica nera lunga che copre loro il corpo e i capelli, ma lascia libero il volto ("abaya")Ma anche in questo caso nulla conferma la veridicità della data, in mancanza di elementi esterni temporali come la presenza di un quotidiano.

 

IL PADRE DI VANESSA - «Abbiamo visto quelle immagini, le prime immagini di Vanessa e Greta da mesi, sembra stiano abbastanza bene anche se in una condizione difficile». Così Salvatore Marzullo, padre di Vanessa la giovane volontaria rapita in Siria il 31 luglio scorso assieme a Greta Ramelli, parla del video. «Non ci sono molte parole da dire per ora, se non che siamo contenti di averle potute vedere e che stanno abbastanza bene». Salvatore Marzullo, padre della giovane volontaria di 21 anni di Brembate (Bergamo) che ha fondato insieme a Greta Ramelli (20 anni) l'associazione 'Horryaty' per assistere i civili vittime del conflitto in Siria, spiega, da un lato, che quelle immagini infondono un pò di «ottimismo, perché possiamo vederle dopo tanto tempo» e, dall'altro, chiarisce che resta forte la «preoccupazione per la loro condizione». Il padre della ragazza, inoltre, racconta che la sua famiglia, così come quella di Greta (che vive a Gavirate, in provincia di Varese), sono «sempre in contatto» con il ministero degli Esteri. «Non abbiamo molte parole da dire - ribadisce - speriamo di poter avere presto buone notizie, tutto può essere, per il resto possiamo solo restare ottimisti».