Mercoledì 24 Aprile 2024

Ragazze rapite in Siria, Natale d'angoscia per Greta e Vanessa

L'osservatorio per i diritti umani: nessuna notizia delle giovani. Il presidente della ong: "Padre Dall'Oglio è vivo nelle mani dell'Isis, mentre non ci sono informazioni sulle giovani italiane" di Michele Mezzanzanica

Greta Ramelli e Vanessa Marzullo durante una manifestazione per la Siria a Roma

Greta Ramelli e Vanessa Marzullo durante una manifestazione per la Siria a Roma

Gavirate (Varese), 23 dicembre 2014 - Vivo. Nelle mani dell’Isis, ma vivo. Per padre Paolo Dall’Oglio, il gesuita di 59 anni rapito nel luglio 2013 in Siria, si riaccendono le speranze. Silenzio invece per Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, le due giovani cooperanti lombarde rapite sempre in Siria un anno dopo, nella notte tra il 31 luglio e il primo agosto del 2014. L’ultimo aggiornamento sulla situazione dei nostri connazionali «spariti» nel caos del Paese mediorientale arriva, dopo mesi di silenzio, dall’Osservatorio siriano per i diritti umani, organizzazione non governativa con sede a Londra. Il presidente, Rami Abdel Rahaman, ha detto che padre Dall’Oglio sarebbe nelle mani dei miliziani dell’Isis che da Raqqah, roccaforte del califfato nel nord del Paese dove era stato rapito, lo avrebbero trasferito in un sobborgo della provincia di Aleppo controllato sempre dai jihadisti.  Le fonti citano un ex detenuto nella prigione dell’Isis di Raqqah, liberato due settimane fa, che ha affermato di aver sentito dai suoi carcerieri che Dall’Oglio era stato trasferito nella prigione di Tabqa, al confine tra la regione di Raqqah e quella di Aleppo. Non vi è nessuna possibilità, tuttavia, di avere una prova concreta della veridicità di questa indicazione dopo le molte che si sono rincorse a partire dalla scomparsa del religioso, il 29 luglio dello scorso anno. «Purtroppo non sembra che ci siano conferme a queste notizie», ha commentato infatti il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni. Se per Dall’Oglio si riaccende in ogni caso una speranza, resta invece avvolta nel mistero più totale la sorte di Greta e Vanessa, le due cooperanti ventenni di Gavirate (Varese) e Brembate (Bergamo rapite proprio nella zona di Aleppo.

Abdel Rahamanha ha detto di «non avere alcuna notizia». L’ultima segnalazione, anche in questo caso tutt’altro che certa, resta dunque quella dello scorso 20 settembre quando prima si era diffuso il timore che fossero cadute anche loro nelle mani dei jihadisti dell’Isis mentre poi era arrivata la smentita da parte di Al Akhbar, quotidiano libanese in lingua araba vicino al movimento sciita Hezbollah, alleato di Assad. Secondo Al Akhbar le ragazze erano cadute in una trappola, rapite e poi vendute da un gruppo armato a un altro ma non erano in mano allo Stato islamico. Segnalazione non verificata e, in ogni caso, ormai vecchia di tre mesi. Le comunità di Gavirate e Brembate si preparano dunque a vivere un Natale d’angoscia, tra notizie e non notizie che rimbalzano senza conferme ufficiali, alimentando il senso d’incertezza e impotenza per una situazione delicata e difficile. Resta naturalmente la speranza, sentimento che anima le parole del sindaco di Gavirate, Silvana Alberio: «Queste ragazze devono assolutamente tornare a casa, tutte e due».  [email protected]